Fino al minuto 36 (s.t.) i nerazzurri non avevano stupefatto lo sparuto pubblico, ma erano però stati presenti e dignitosi. Si meritavano il doppio vantaggio appena raggiunto con un bellissimo gol di Palacio dopo che nel primo tempo (34esimo) Guarin aveva portato in vantaggio i nerazzurri con un folgorante tiro dal limite dell’area. Insomma, fino al gol su punizione gioiello di Diamanti al 36esimo (s.t.), l’Inter era meritatamente in vantaggio. Solo Gilardino aveva impegnato di testa Handanovic che aveva risposto da campione qual è.
Il gol gioiello di Diamanti ha scompaginato le fila dell’Inter e ridato forza e coraggio i rossoblu che appena tre minuti dopo (39esimo)pareggiano il conto con Gabbiadini su cui Jonathan non riesce ad intervenire nonostante un goffissimo balzo che corona la sua pessima prestazione. Immediatamente dopo Ranocchia segna in mischia, e l’arbitro annulla per fallo di confusione.
Da li al 121esimo l’Inter sbanda più volte e Gabbiadini ha altre occasioni che sbaglia, ma che sono anche sventate da un SuperHandanovic. All’ultimo corner concesso prima dei calci di rigore, all’ultimo minuto dei tempi supplementari; Ranocchia segna di testa il gol che significa semifinale.
L’Inter mi è piaciuta pur nella sua pochezza e lentezza, se escludo Jonathan e Pereira, tutti gli altri si sono mossi bene e la manovra in qualche maniera si vedeva. Manovra lenta e sterile, ma i giocatori son questi e l’uniche scintille le crea Guarin. Belle le sgroppate furiose sul finale di match di Zanetti che con un’azione solitaria ed insistita colpisce il palo.
Non capisco l’ingresso di Cambiasso al posto dell’ottimo giovane Benassi, non capisco la fretta sulle sostituzioni che Stramaccioni sembra avere sempre. Benassi non andava male e se per una volta Cambiasso sta in panchina o entra nei minuti finali, non credo sia lesa maestà. infatti all87esimo, per ridare sostanza al centrocampo, Stramaccioni fa entrare Mudingayi visto che Cambiasso e Zanetti da soli non potevano fare filtro.
Un buona vittoria voluta e cercata, peccato per averla quasi buttata via in quei tre minuti fatali.