Raccontare un prodotto con parole che toccano i nostri sensi primitivi. Stimolare la percezione inconscia di benessere. Signore e signori, ecco il marketing olfattivo.
Il copywriting olfattivo è l’elemento che ne caratterizza la scrittura. Una leva super efficace da utilizzare per la comunicazione delle emozioni.
- il profumo personale di un ex amore
- quello dei panni stesi al sole, in mezzo ai quali giocavi da bambino
- l’odore salmastro dell’acqua di mare, nel quale ti lasci andare e ridiventi te stesso.
Ecco. Ho già fatto leva sulle tue emozioni. Te ne sei accorto?
Il fatto è questo: l’olfatto risveglia sensazioni immediate. A cui non si può resistere. E se hai la curiosità di leggere questo post, cerco di spiegarti perchè.
L’olfatto è un senso molto potente: ma come si fa copywriting olfattivo?
Ti dico subito che è una sfida. Devi ricreare con lo storytelling sensazioni potenti. Ci vengono in soccorso la tecnica e molta ispirazione, oltre ad una conoscenza perfetta del profumo e degli elementi che lo compongono.
Ho lavorato di recente per Fiorella Ferruzzi, nota giornalista che si occupa di creare profumi su misura. Da lungo tempo io stessa mi occupo di aromaterapia. Così, ho colto l’opportunità per chiacchierare con lei durante le sedute di coaching ed ho approfondito questo mondo così voluttuoso ed intrigante.
Cosa ho scelto di usare? Parole di sensazione. Parole sensuali, cariche di significato immediato, come
- “percezione di pienezza”,
- “essenza profonda”,
- “gioco olfattivo”.
E’ una comunicazione che punta ad esaltare gli elementi raffinati dell’animo umano, nella zona liminale tra il sensuale e lo spirituale. Perchè è lì che si formano i ricordi: dove l’anima registra e rielabora le esperienze corporee.
Guarda la Home del nuovo sito di Fiorella (fatto dal team di WMA).
E questa è la landing page per la vendita del servizio personalizzato.
Il copywriting olfattivo è un gioco erotico, di “vedo-nonvedo“, dove si scoprono continuamente nuovi elementi che portano il lettore ad essere sempre più avvolto da una comunicazione morbida ed elegante. Proprio come un profumo.
Cerca – però – di non cadere nel pornografico. Un conto è l’eros di una parola, un conto è una parola oscena. “I seni” è molto più adatta (e anche corretta in semantica) di “il seno” (i primi indicano quello che devono indicare, il seno è funzionalmente il solco tra i due). “Sfiorare” è un termine carico di sensualità, non forte quanto “toccare” e molto più allusivo. E’ una questione di gradazione e sfumature.
Il profumo è un elemento di innata sensualità ed istintività
Abbiamo detto che il profumo risveglia sensazioni immediate. Immediate, cioè non-mediate. E’ così: i neuroni olfattivi finiscono nel sistema limbico, quella parte del cervello dove hanno sede le sensazioni e le risposte pulsionali.
Arrivano nel sistema limbico e lì agiscono, con una serie di complesse reazioni che risvegliano ricordi e provocano risposte corporee.
Per capire bene (nel caso tu non sia esperto di funzionamento del cervello) guarda questa piccola figura, nata per spiegare l’azione di un olio essenziale (la parte “spirituale” della pianta odorosa, quella che viene catturata tramite vapore).
Esiste persino una terapia basata sui profumi. Si chiama aromaterapia. Sperimentala. Io ho provato e la uso spesso: per esempio, in caso di mal di testa non prendo farmaci.
Scelgo la lavanda. Due gocce su un po’ di stoffa. Efficace, da subito.
Giocare con l’olfatto è liberare il corpo e il pensiero
La scrittura legata al marketing olfattivo è così, quindi: libera e allusiva. Ma controllata. Non può andarsene in giro a dire e fare quello che vuole. Devi sempre dominarla.
L’obiettivo è sfiorare quel bottone e provocare il brivido dell’emozione o del ricordo. Come ti sembra? Come ti rapporti con un tipo di scrittura così pulsionale? Vieni a raccontarmelo.