Il regime della Corea del Nord, guidato da Kim Jong-Un, ha diffuso la notizia (tutta da verificare) dell’avvenuta miniaturizzazione degli ordigni nucleari.
A soli due mesi dal test atomico svoltosi in gennaio e a un mese circa da un ulteriore test missilistico (eventi che hanno provocato la preoccupazione della comunità internazionale), il regime della Corea del Nord guidato dal giovane Kim Jong-Un ha diffuso attraverso i propri organi di propaganda una notizia che, se confermata, legittimerebbe i timori di chi teme che la situazione possa presto volgere al peggio e riservare scenari da guerra nucleare. Stando a quanto annunciato, i laboratori scientifici e militari di Pyongyang sarebbero giunti al risultato di miniaturizzare ordigni atomici termonucleari.
Corea del Nord. Photo credit: John Pavelka via Foter.com / CC BY
La notizia, rimbalzata in poco tempo sulle agenzie stampa di tutto il mondo, è ora al vaglio delle intelligence occidentali e non solo. Se la Corea del Nord fosse realmente approdata a questi risultati, la temperatura del confronto tra il Paese dell’estremo oriente e la comunità internazionale (in particolare con gli Stati Uniti) potrebbe rapidamente salire e portare ad un’escalation militare senza precedenti. Sul piano pratico, infatti, ciò si tradurrebbe nella possibilità di montare testate atomiche su missili balistici a lunga e lunghissima gittata, mettendo il regime nordcoreano nelle condizioni di colpire teoricamente qualsiasi nazione. Le parole con cui il dittatore ha accompagnato la notizia non fanno altro che alimentare le tensioni e mettere in guardia gli Stati Uniti, da sempre indicati nelle farneticazioni dei leader della Corea del Nord come il principale nemico esistenziale: «Le testate sono state standardizzate al punto da poter essere montate su vettori grazie alla loro miniaturizzazione. Questo può essere definito sul serio come deterrente nucleare». E ancora: «Se gli imperialisti americani violeranno la nostra sovranità e il nostro diritto a esistere con armamenti nucleari, la Corea del Nord non esiterà ad assestare un attacco preventivo».
Quello di oggi è solo l’ultimo capitolo del processo di “surriscaldamento” del fronte nordcoreano, repentinamente accelerato nelle ultime settimane da episodi come l’interruzione della collaborazione con Seul nell’area industriale condivisa di Kaesong, le nuove sanzioni ONU inaugurate a seguito dei test di gennaio e febbraio e i movimenti di truppe che hanno coinvolto 320mila uomini nella più grande esercitazione militare congiunta svoltasi sinora tra USA e Corea del Sud.
di Andrea SEVERINA
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