Pubblicato da Lello Stelletti il 23 febbraio 2012 · Lascia un commento
L'inviato statunitense, Glyn Davies, a Pechino per discutere sul programma nucleare nordcoreano
Nella giornata di ieri, Stati Uniti e Corea del Nord hanno riaperto un tavolo di negoziati per affrontare il tema dello smantellamento dei programmi nucleari di Pyongyang. Si tratta del primo incontro tra i due Paesi dopo la morte del “caro leader” Kim Jong-il, avvenuta per arresto cardiaco il 17 dicembre scorso. I colloqui sono sotto stretto monitoraggio, in particolare, per l’approccio maggiormente cooperativo mostrato dalla Corea del Nord. Per lo Stato asiatico, infatti, una concreta misura di soppressione del proprio piano di costruzione di armi atomiche, faciliterebbe l’arrivo di aiuti di tipo alimentare, economico e diplomatico.
Washington e Pyongyang erano sul punto di arrivare a un punto d’incontro riguardo l’arricchimento dell’uranio anche prima della morte di Kim, ma la sfortunata coincidenza di eventi, ha rallentato notevolmente queste trattative, riprese solo ora. L’inviato statunitense, Glyn Davies, ha parlato di “game day”, inteso come intensa giornata di sfida tra lui e il ministro degli esteri nordcoreano, Kim Kye Gwan. La sede ufficiale degli incontro è l’ambasciata americana di Pechino.
Questi incontri, iniziati nel luglio 2011, hanno come obiettivo riallargare lo spettro dei colloqui e rilanciare i negoziati a sei nazioni riguardanti il disarmo di Pyongyang. Nell’ambito di queste trattative rientravano in principio anche Cina, Giappone, Russia e Corea del Sud, ma i nordcoreani chiusero i contatti nel 2009, quando misero in scena il loro secondo test nucleare. I passaggi prima che si riprenda una reale attività a sei sembrano essere ancora parecchi, ma non è da escludere. Molto dipende dalla volontà della Corea del Nord di rispettare gli impegni.
Secondo gli Stati Uniti è fondamentale anche un miglioramento dei rapporti con Seul, alleato di lunga data di Washington. Pyongyang ha rimandato al mittente ogni tentativo diplomatico sudcoreano delle ultime settimane, a dimostrazione di un’animosità tra i due Paesi che resta viva come no mai. L’ultimo atto di frizione tra i due Paesi avvenne nel 2010, quando dalla Corea del Nord un attacco di artiglieria uccise quattro civili sudcoreani situati su un’isola vicino al confine. La Corea del Sud hanno accusato i nordcoreani di aver, inoltre, affondato una nave da guerra uccidendo 46 marinai, sempre nello stesso anno. Pyongyang ha sempre negato ogni responsabilità.
L’inviato statunitense Davies ha visto di buon occhio la volontà nordcoreana di riprendere i colloqui così celermente dopo la morte di Kim Jong-il, mentre è ancora in corso la fase di passaggio di consegne con il suo giovane figlio, Kim Jong-un. Secondo il funzionario, il punto chiave dovrebbe essere la volontà della Corea del Nord di adempiere agli obblighi derivanti da una dichiarazione congiunta del settembre 2005, quando ci fu l’impegno da parte di Pyongyang ad abbandonare il suo programma nucleare in cambio di aiuti e con l’impegno formale che Washington non avrebbe cercato di porre fine al regime.
Mark Toner, portavoce del dipartimento di Stato, ha dichiarato che gli Stati Uniti sono “cautamente ottimisti” sull’esito dei colloqui. L’obiettivo dei negoziati a sei, una volta che saranno riavviati, sarà smantellare il restante progetto atomico nordcoreano, per poi pianificare le forme di aiuto da inviare in controparte. L’assistenza alimentare, un problema vitale per la sopravvivenza di Pyongyang, è sicuramente una delle possibilità. Secondo Toner, però, ci sono ancora delle tematiche che la Corea del Nord non vuole affrontare, anche se non ha voluto dichiarare quali siano. È molto probabile, in realtà, che il problema principale sia la non volontà dei nordcoreani di avere dei cani da guardia dell’Onu fissi sul territorio che monitorino la situazione.
Le preoccupazioni riguardo la capacità nucleare di Pyongyang sono tornate prepotentemente alla ribalta internazionale nel novembre 2010, quando un inviato straniero ha potuto visitare un impianto di arricchimento dell’uranio che potrebbe favorire la fabbricazione di armi nucleari. Tutto ciò, tenendo anche in considerazione il programma già esistente di arricchimento del plutonio.
Mentre gli inviati iniziavano i colloqui, dalla Corea del Nord, i media statali hanno criticato il Nuclear Security Summit previsto per il mese prossimo a Seul. Al vertice parteciperanno diversi leader mondiali, tra cui anche il presidente statunitense, Barack Obama. Tema del meeting, terrorismo nucleare e sicurezza. I media nordcoreani hanno definito illogico questa sede in quanto la Corea del Sud è “una base nucleare degli Stati Uniti e un focolaio di guerra nucleare”. La cosa peggiore sembra anche la volontà di tenere il vertice durante le esercitazioni congiunte tra Washington e Seul previste per i prossimi mesi. La stampa di Pyongyang definisce questi test delle “prove di una guerra nucleare contro il Nord”, mentre Corea del Sud e Stati Unti parlano di esercitazioni annuali di natura difensiva.
41.904271 12.460404