Articolo pubblicato su Corriere.it
Le idee raccolte dalla piattaforma ideasospesa per far ripartire l’economia locale dopo la chiusura per l’emergenza coronavirus
Un furgone di quartiere allestito per la vendita di prodotti freschi forniti dai negozi di prossimità. Potrebbe essere una soluzione per sostenere le piccole attività commerciali che alla ripartenza non avranno gli spazi adeguati a garantire il necessario distanziamento o le risorse umane per le consegne a domicilio.
Oppure, per la consegna si potrebbero allestire degli spazi pubblici, riconvertire una palestra o usare i locali di un centro ricreativo: prenoti on line o via app al tuo negozio di fiducia e ritiri presso l’hub di quartiere. O ancora, utilizzare i tassisti come personal shopper. Una soluzione per integrare il reddito vista la riduzione consistente del numero di corse. Si tratterebbe di un servizio offerto ai clienti registrati presso le app di prenotazione taxi e anche in questo modo si sosterrebbero i piccoli esercenti locali. Magari i taxi potrebbero essere riequipaggiati con i vecchi divisori in plexiglas e con sanitizer sponsorizzati.
E perché non provare a diffondere anche in Italia le cosiddette «honesty box» abbastanza diffuse in alcune realtà più rurali del Regno Unito? I piccoli alimentari inseriscono una “cassetta dell’onestà” alle fermate degli autobus a disposizione delle persone, associando ai prodotti un prezzo consigliato. Le persone prendono e pagano quanto ritengono necessario. Potrebbe essere inizialmente un esperimento sociale. E magari con accortezze e migliorie potrebbe diventare un nuovo canale di vendita. Sono solo alcune delle proposte raccolte dalla piattaforma ideasospesa.it, un progetto lanciato da alcuni giorni che si è posto l’ambizioso obiettivo di raggiungere 10.000 idee in 10 giorni per far ripartire l’economia locale.
L’iniziativa prende spunto dal famoso caffè sospeso di tradizione partenopea: vai al bar, prendi il caffè e ne paghi un altro a beneficio di chi verrà e non può permetterselo. In questo caso, proponi la tua idea e, se è valida, chi ne avrà bisogno potrà applicarla senza dover pagare nessun tipo di royalty. C’è tempo fino al 25 aprile per proporre idee, commentare e votare quelle ritenute migliori. Dopodiché, le migliori dieci idee per ogni area tematica verranno messe a disposizione di chiunque: singoli professionisti o anche aziende che vorranno svilupparle.
“Devono essere idee concrete per la piccola economia, che costituisce il grosso del PIL italiano”, spiega uno dei promotori, Augusto Fazioli. Il progetto è nato da un gruppo di professionisti che lavorano nell’ambito della consulenza aziendale per l’innovazione. “Le grandi aziende hanno già gli strumenti culturali e le risorse finanziarie – prosegue Fazioli – Non così il piccolo commerciante, l’artigiano o il tassista. L’aspetto essenziale è che le idee siano open source, di pubblico dominio. Chiunque può proporre un’idea concreta applicabile in piccole realtà economiche ma rinuncia a qualsiasi tipo di sfruttamento”.
I settori scelti – trasporti, negozi, artigiani, eventi, ospitalità e professionisti – sono quelli a forte densità di contatto e che saranno costretti a riorganizzarsi profondamente se vorranno ripartire. In tre giorni il portale ha raccolto una media di 80 idee al giorno. L’obiettivo, come si diceva, è ambizioso. “Non stiamo cercando l’idea perfetta. Questo progetto si basa sul concetto della ‘saggezza della massa’. Tutti i partecipanti possono votare e commentare le idee in modo da far emergere quelle a maggior potenziale e migliorarle. Se una azienda è interessata prende l’idea e la sviluppa. Non deve contattare noi, al limite può contattare chi l’ha proposta. Il nostro desiderio è che qualche azienda la faccia propria, costruisca la soluzione e aiutiamo a far ripartire l’economia”.