Attualmente le obbligazioni bancarie rappresentano il 36% della raccolta totale delle banche ed il 10,7% del totale delle attività finanziarie detenute dalle famiglie italiane.
Al contrario dei titoli di Stato, delle azioni e di altre obbligazioni societarie, per la
sottoscrizione e la custodia delle obbligazioni bancarie gli istituti di credito non richiedono generalmente alcuna commissione. I rendimenti effettivi sono quindi davvero al netto di qualsiasi altra spesa.
Le obbligazioni bancarie offrono al sottoscrittore dei tassi netti che si collocano mediamente al di sopra di quelli dei depositi a risparmio o dei certificati di deposito ed alla pari di quelli dei titoli di Stato aventi le stesse caratteristiche in termini di periodicità di cedole e di scadenza. L’anomalia sta nel fatto che, essendo i titoli di Stato un investimento molto più sicuro (in termini di solvibilità dell’emittente) e facilmente liquidabile (a differenza di un’obbligazione non quotata), i rendimenti delle obbligazioni bancarie dovrebbero avere una resa ben al di sopra dei titoli di Stato. Il fatto è che il collocamento bancario è facilitato dal rapporto di fiducia solido e duraturo tra banca e cliente, per cui le banche si permettono di collocare obbligazioni con un grado di rischio superiore ai titoli di Stato con rendimenti similmente bassi e quindi non in linea con i tassi di mercato. Questo ovviamente va tutto a vantaggio delle banche, che riescono a finanziarsi a costi più bassi.
E’ opportuno che l’investitore di obbligazioni bancarie sia a conoscenza dello stato di salute della banca emittente. Infatti sulle obbligazioni emesse dalle banche non vi è alcuna garanzia diretta di rimborso in caso di fallimento della banca stessa. Solo le obbligazioni bancarie emesse dalle banche di credito cooperativo sono coperte dal fallimento della banca che le ha emesse, in quanto il fondo interbancario di garanzia delle BCC copre, oltre a depositi e conti correnti, anche le obbligazioni fino a 103.291,38 euro. Tuttavia il decreto varato dal governo il 13 ottobre 2009 prevede che lo Stato possa garantire, a condizioni di mercato (quindi molto penalizzanti), le obbligazioni bancarie con scadenza fino a 5 anni, emesse dal 14 ottobre 2008 al 31 dicembre 2009. Esiste quindi attualmente una garanzia statale sulle obbligazioni bancarie che le rende sicure, ma tale garanzia riguarda, come detto, solo le nuove emissioni.
Un’altra minaccia che pende sul capo dei sottoscrittori di obbligazioni bancarie è quella del rimborso anticipato. La normativa prevede la possibilità per le banche di rimborsare anticipatamente le obbligazioni emesse, con il solo obbligo che siano trascorsi 18 mesi dall’emissione. Le obbligazioni che prevedono la clausola di rimborso anticipato non sono convenienti per l’investitore. Si corre il rischio infatti di ritrovarsi con un titolo che rende poco rispetto ai rendimenti correnti di mercato.