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Corradino Mineo, Guido Viale e la Corea del Nord come prova del fallimento di una ideologia durissima a morire in Italia

Creato il 21 aprile 2012 da Wally26

Mi fa molto piacere che da qualche tempo a questa parte alcuni quotidiani italiani abbiano iniziato a interessarsi puntualmente di Corea del Nord: meglio tardi che mai. Si tratta dell’ennesimo paese che sfata il mito occidentale radical-chic sulla “validita’ permanente del comunismo” (E.Berlinguer). Li’ si muore un po’ tutti i giorni,  sia spiritualmente che fisicamente: e’ un vero e proprio inferno in terra. Un tipo di sistema di quel tipo, inoltre, regge solo perche’ iper-militarizzato e grazie a una struttura di controllo segreto capillare di tipo orwelliano; proprio come succede ancora oggi a Cuba, in diversi stati africani e mediorientali o come accadeva nella Germania occidentale nazista prima e in quella dell’Est comunista poi. In effetti in un certo senso Berlinguer aveva ragione: quella ideologia produce sempre gli stessi effetti nefasti a prescindere dalla diversita’ culturale, nazionale, bio-politica in cui si innesta.

Si tratta di una ideologia permanentemente valida e niente ci puo’ quindi assicurare che se la stessa formula fosse stata applicata nella ridente Italia, se lasciata a bischero sciolto e non contrastata (anche con mezzi assai poco ortodossi), come stava avvenendo negli anni ’70, le cose non sarebbero finite esattamente allo stesso modo.

Chissa‘… forse e’ a causa di questa nostalgica smania sperimentale intorno ad una chimerica “permanente validita‘” della “rivoluzione culturale” e la frustrazione per un “cambiamento” stroncato sul nascere che i tardo 50enni, i 60enni e i 70enni italiani si incartapecoriscono tanto… Per fortuna che a uno a uno stanno sparendo dalla scena:  e’ il caso di cambiare aria finalmente.

Secondo Corradino Mineo, dirretore di RaiNews24, ad esempio,  non c’e’ mai stato questo pericolo in Italia perche’: “il nostro comunismo non e’come quello la‘”, e quante persone in Italia mi hanno ripetuto lo stesso mantra… Certe persone sono proprio convinte che noi italiani siamo diversi (siamo geneticamente piu’ buoni, piu’ generosi, piu’ bravi, piu’ colti, piu’ “umani”; “italiani brava gente“, insomma) e che in Italia non sarebbe andata cosi’.  Questo intendeva Mineo un paio di mesi fa durante la presentazione del documentario del regista francese Mosco Lévi Boucault sulle Brigate Rosse intitolato ““Retour sur une lutte armée. 

Guido Viale, anche lui presente in trasmissione in collegamento video, gli faceva eco. Dopotutto e’ uno di quelli convinti, un credente: “Ma perché nel paese che ha avuto il più grande partito comunista e il più forte movimento operaio dell’Occidente, una cultura di sinistra egemone per almeno tre decenni, una delle manifestazioni più radicali e prolungate del «’68» e la maggiore proliferazione dei gruppi della sinistra radicale siamo poi caduti tanto in basso da diventare lo zimbello di tutta l’Europa, sia di destra che di sinistra?” (dall’articolo: “La dittatura dell’ignoranza” apparso su sinistrainrete.info nel 2010)

Per fotuna che in studio era presente anche il regista, che all’udire Viale e quella frase di Mineo e’ saltato sulla sedia e ha sgranato gli occhi dicendo piu’ o meno cosi’ : “Corradino, per piacere, come fai a dire che il comunismo italiano e’ diverso da quello la’?”, “l’ideologia e’ sempre la stessa e produce sempre gli stessi risultati se applicata alla lettera, e’ storicamente provato“. Povero Boucault, forse non sa che in Italia autori come  Stéphane Courtois o Vladimir Tismaneanu non li conosce nessuno, quindi quelle due cose in croce che l’italiano crede di sapere sulla propria storia le ha assorbite dalla propaganda dei prof al liceo, dai giornali e dagli ‘intellettuali e dagli artisti di sinistra’, dall’agitatore di turno e dallo zio leninista; questa trasmissione sentimentale della storia e’ per lui sacrosanta, incrollabile e incontestabile verita’. Si tratta di una partita persa, quindi, caro Boucault perche’ il giocatore e’ irrazionale.

A proposito di Corea del Nord, ecco l’articolo del Corriere della Sera (corredato da un paio di video che si commentano da soli);

Viaggio nell’ultima monarchia rossa dove gli operai-schiavi spazzano l’asfalto“: Diario di due studenti italiani dalla Corea del Nord tra controlli e scene surreali

 

Filed under: Storia, Valori della Sinistra Tagged: Corradino Mineo

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