Corrado spelli

Da Eilanmoon @EilanMoon


Sono molto felice di ospitare, per i miei amati amici lettori del blog, l'esordiente autore italiano Corrado Spelli che è da poco nelle librerie con il suo romanzo d'esordio.
CORRADO SPELLI vive a Medicina, in provincia di Bologna. Nasce nel 1974 e con Massimo Calvi e Maria Elena Amato è socio di Rizomedia, società di comunicazione. Rappresentato dalla famosa agenzia letteraria TZLA, dal 13 giugno 2013 ci farà compagnia con il suo romanzo La stanza del dipinto maledetto pubblicato da Newton Compton Editori
 Un caldo benvenuto nelle notti senza luna a Corrado Spelli autore di La stanza del dipinto Maledetto! Passiamo subito alle domande.
Caro Corrado vorremmo conoscerti meglio. Descriviti in cinque aggettivi.
Cinque sono troppi, me ne concedo tre: caparbio (o testardo, dipende), curioso e paziente, pure troppo.
Corrado Spelli è il tuo alias che nasconde un giornalista di Bologna, cosa significa per te la vita di Corrado Spelli contro quella reale e quotidiana di Corrado Peli?La vita di Corrado Peli è abbastanza tracciata e definita, quella di Spelli, al momento, è un sentiero indefinito in mezzo a una foresta vergine.Se invece parliamo di doppia identità, ti dirò che pensavo che la convivenza fosse più complicata. Guarda, al momento la difficoltà maggiore consiste nel non sbagliare la firma nelle dediche.
La stanza del dipinto maledetto, edito da Newton Compton Editori, è il tuo romanzo d’esordio, cosa ti aspetti e cosa ti auguri dalla storia di Liz e Lars?L’obiettivo minimo è quello di poterla condurre a termine, nel senso che si tratta di una trilogia, per cui mi auguro che le vendite possano soddisfare la casa editrice, dandomi modo di pubblicare il resto. Parlando a nome dei protagonisti, spero che possano ritrovarsi e coronare la loro storia d’amore, ma la vedo difficile, troppi ostacoli sulla loro strada.  Perché Perugia come protagonista della maledizione del dipinto? Cosa ti ha spinto a scegliere questa città d’arte e non un’altra delle tante che ci sono in Italia?Conservo gelosamente le prime 30 pagine del romanzo nella sua stesura originale, quando la protagonista era italiana e la città era Durham, nel nord dell’Inghilterra. Quando ho deciso di riscriverne l’ambientazione, portandola in Italia, solo Perugia aveva le caratteristiche adatte: medie dimensioni, centro storico cupo, presenza di un polo universitario. Potevo usare Bologna, che ben conosco, ma era un po’ troppo grande e dispersiva.  Avevi scelto un'ambientazione inglese e una protagonista italiana, ma poi hai cambiato e hai reso il tutto al contrario, da quanto ho capito. Cosa ti ha spinto a questo cambiamento radicale?
Su consiglio dei miei agenti, i quali mi dissero che era meglio mantenere l'ambientazione in Italia visto che quello era il pubblico a cui mi rivolgevo.

La stanza del dipinto maledetto potrebbe all’apparenza sembrare un’opera autoconclusiva, in realtà mi hai accennato che non è così. Ci sarà un seguito, quindi la domanda è: indicativamente quando i lettori potranno assaporare il seguito?Come ho già detto i romanzi sono tre, il secondo è già scritto, il terzo no, ma è ben definito nella mia mente. Ci saranno molti colpi di scena e molta più azione. Hai narrato le vicende di Morgante, avvenute nel lontano 1540, in terza persona e poi hai scelto come protagonista ai giorni nostri una giovane donna inglese e hai raccontato di lei in prima persona, entrando nella sua mente. Perché questa scelta, ma soprattutto, è stato difficile per un uomo immedesimarsi in Liz McInley?Tutti i capitoli storici sono stati scritti molto dopo rispetto a quelli collocati ai giorni nostri. Gli avvenimenti del 1500 erano, all’inizio, soltanto narrati dai protagonisti, tranne una piccola pagina di antefatto. Successivamente, assieme all’editor della Newton Compton, abbiamo pensato di sviluppare questa parte, una scelta, a mio parere, molto azzeccata.Per quel che riguarda la prima persona femminile... ho quasi sempre scritto in prima persona, per cui mi è venuto d’istinto, spero di essermi avvicinato abbastanza all’obiettivo.

Cosa ti ha ispirato la scrittura di quest’opera?Volevo a tutti i costi creare un certo tipo di personaggio, qualcuno che fosse dannato ma, al tempo stesso, romantico e fragile. Il tutto restando fuori da vampiri, angeli...Infine aggiungo che la mia adolescenza affonda le radici negli anni ’80, e Highlander era, e rimane, un cult movie.
Il romanzo che più rappresenta Corrado Spelli e a quale autore t’ispiri?Da piccolo leggevo Stephen King, che poi ho abbandonato per diversi anni, fino a qualche settimana fa, quando ho comprato Joyland e ho ritrovato il migliore narratore di tutti.Tra gli ultimi romanzi letti, pur non essendo una novità, c’è “Lasciami entrare”, di John Ajvide Lindqvist, di cui ho apprezzato anche le versioni cinematografiche, sia quella svedese che quella americana.


Un ringraziamento speciale a questo bravo neo scrittore che non ha davvero nulla da invidiare ad autori stranieri. Gli auguriamo tanto successo con il suo bel romanzo d'esordio e spero presto di poterne leggere il seguito.
recensione LA STANZA DEL DIPINTO MALEDETTO
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