Il giorno dopo, mentre io corro, i ragazzi sono di nuovo là e ancora il giorno a seguire. Quella è la loro panchina. Nessun'altro potrebbe occuparla.
Oggi sono di nuovo seduti seduti lì, la tenerezza ha preso il posto della passione, si scambiano carezze sui volti rugosi, si raccontano del tempo che è passato questa notte, dei figli che hanno avuto e di quelli che non hanno mai avuto.
Correndo nel parco, all'ombra dei tigli e del loro profumo, capita di passare accanto a panchine che raccontano vite che passano in una notte.