Con “A sangue freddo” Truman Capote ha creato forse il più fulgido esempio di cronaca giornalistica, un romanzo basato su una vicenda reale, un cruento delitto con come vittime una famiglia di Holcomb, i Clutter, uccisi per una falsa notizia relativa una grossa somma di denaro che avrebbe dovuto trovarsi in un qualche posto della casa, un romanzo del quale viene proposta l’attenta lettura agli aspiranti giornalisti.
Con il romanzo “Colazione da Tiffany“, invece, Truman Capote dà vita ad una vicenda che viene ricordata a ritroso. Il ritratto di una giovane, Holly Golightly, alla disperata ricerca di un posto nel quale potersi sentire pienamente e perfettamente a casa; un posto che dia la stessa sensazione di sicurezza e tranquillità di Tiffany. Questa ricerca spasmodica porterà Holly a imbarcarsi in avventure che la porteranno anche all’arresto per aver avuto contatti sospetti con un famigerato gangster, un padrino newyorchese e col suo alquanto sospetto avvocato, al quale passava messaggi dei quali ella non capiva il significato. Alla fine di questa avventura Holly lascerà New York e vagherà per vari posti del Globo.
Anche Truman Capote, che se non fosse scomparso a Bel Air il 25 agosto 1984 avrebbe la stessa età della mia nonna materna, manca infinitamente al Mondo Letterario Mondiale.