Corrispondenze

Creato il 22 aprile 2013 da Malvino
Caro Luigi, mi chiedevo se qualcuno oltre me avesse notato la gustosa conseguenza dell’elezione di Napolitano II, che ora assume sembianze di paradosso. Mi riferisco alla citazione di Einaudi invocata nel ricorso, quando fu sollevato conflitto di attribuzione, e al fatto che Napolitano è successore di se stesso: «È dovere del Presidente della Repubblica di evitare si pongano, nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell’occorso, precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinatura le facoltà che la Costituzione gli attribuisce». Mi è venuta in mente pensando a quanto questa rielezione, con tutte le sue fanfare, tra le altre cose faccia ancor di più somigliare Napolitano ad un monarca più che ad un presidente. Certamente non potrà dire che il suo predecessore non sia stato molto responsabile. Paolo M. De GregorioNel caso avesse previsto di essere rieletto, ma anche se avesse soltanto lontanamente intuito fosse probabile, si tratterebbe di intelligenza luciferina, ma significherebbe pure che le telefonate con Mancino contengono materia bollentissima: congettura affascinante, ma penso sia sprecata come trama per il filmetto di quartordine che stiamo vedendo scorrere sullo schermo. Personalmente, poi, non riesco proprio a vedere in Napolitano il demone affamato di potere, tuttal più ci vedo il vanesio che tiene molto a guadagnarsi il monumento. Con Mancino deve essersi lasciato andare a qualche scurrilità e ha sollevato il conflitto di attribuzione pensando alla brutta figura che avrebbe rimediato se le intercettazioni fossero state rese pubbliche. Come se la brutta figura fosse da spartire con Einaudi.