CORRUTTORI E CONCUSSI, TRA LINGUAGGIO SCURRILE E PROPRIETÀ TRANSITIVA - I casi di corruzione nel mondo dei trasporti sono lo specchio di questa società
Creato il 13 ottobre 2011 da Ciro_pastore
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Sono una escort, più mi paghi e più te ne faccio, più paghi e più la prestazione è maggiore” e ancora “Tu dare denaro e vedere cammello, appena non dare più denaro, cammello smettere di camminare” e per finire il variopinto vocabolario in codice: “fiore”, uguale ricompensa; “dormire con la tetta in bocca” per definire una persona che attende beato la propria parte. Insomma,a leggere i resoconti delle registrazioni effettuate durante le intercettazioni dei membri della cosiddetta “fratellanza”, si scopre un mondo fatto non solo di ingordigia ma anche di pari squallidezza lessicale. In un turbinio di frasi fatte, tratte dalla peggiore commedia all'italiana – quella anni '70/80 con Banfi ed Alvaro Vitali, per intenderci – emerge una fauna di piccoli ma molto famelici piccolo borghesi che tentano di arraffare la loro parte del sogno consumistico che ha devastato questo paese a partire dalla “Milano da bere” degli anni d'oro, per proseguire con il berlusconismo rampante di questi ultimi decenni. Corruttori, corrotti, concussi e imprenditori/prenditori tutti accomunati da un unico obiettivo: smembrare, in corpore vivo, le già maleodoranti membra delle aziende pubbliche. Un mondo fatto di uomini e donne (avete notato come hanno assunto un ruolo non più marginale nei sistemi corrotti?) che si svendono per piccoli vantaggi nel loro ammontare unitario ma che sono una sorta di indennità, fissa e continuativa, che rimpingua stipendi decorosi ma di certo non bastevoli a far condurre vite da privilegiati.In questo caso specifico, tutto sembra esser nato dalla rabbia di un imprenditore che stanco delle continue vessazioni, a cui (a suo dire) era sottoposto, si era rivolto tempo fa alla magistratura fiorentina che ha dato vita ad un'indagine che, a macchia d'olio, si è allargata anche ad un'azienda napoletana, finendo per coinvolgere – ironia della sorte – lo stesso imprenditore che aveva dato inizio all'indagine. Indagine, che per ora, sembra non interessare la restante parte del mondo dei trasporti campani.
Qualcuno dirà, ma che c'entra la “proprietà transitiva” che hai richiamato nel titolo? Ricordate quella regola matematica che ci insegnarono a scuola? Si chiamava “proprietà transitiva“. Era quella cosa che se A è uguale a B e B è uguale a C, allora si può legittimamente affermare che A è uguale a C. Nel caso specifico si potrebbe richiamare quel modo di dire famoso: l'amico del mio amico è mio amico.Insomma, se un imprenditore/prenditore utilizza un certo schema di comportamento per buona parte del suo business, non è azzardato pensare che potrebbe essere tentato di utilizzarlo sempre e comunque. Si sa, infatti, che ogni buon capo d'azienda, una volta individuata una “ricetta vincente”, tende inevitabilmente a ripeterla all'infinito, per la serie “non cambiare la via vecchia per la nuova”. Insomma, se il sistema funzionava in certi contesti, avrebbe potuto propagarsi rapidamente anche altrove, visto che molti dei prenditori sono titolari di ditte specializzate di un settore, peraltro, di nicchia.
Come più volte ho segnalato, la corruzione è un fenomeno non sdradicabile, ma certamente è possibile controllarlo. Centri d'acquisto unificati, regole ferree per gli appalti, anagrafe tributaria dei funzionari (compresi parenti prossimi), e-procurement sono solo alcune delle possibili soluzioni.
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
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