Corruzione: Botswana, Ruanda, Namibia e Ghana ne hanno meno dell’Italia
Creato il 28 gennaio 2016 da Cafeafrica
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L’Africa sub-sahariana ha affrontato una miriade di minacce nel 2015, dall’Ebola al terrorismo. E la corruzione non fa altro che esacerbare le crisi.
L’indice di corruzione del 2015, elaborato annualmente da Transparency International, presenta un quadro preoccupante con 40 dei 46 paesi che mostrano un grave problema di corruzione e nessun miglioramento, anche per le potenze continentali Nigeria e Sud Africa.
L’Italia è sessantunesima con 44 punti (ben al di sotto della media europea attestata su 67, soprattutto per via dell’alto punteggio accumulato dai Paesi del Nord), preceduta da quasi tutto il Vecchio continente ma anche da Capo Verde (indice 55), Ruanda (54), Namibia (53) e Ghana (47). All’ultimo posto della classifica mondiale ci sono a pari merito Somalia e Corea del Nord (indice 8) preceduti dall’Afghanistan (11) e dal Sudan (12).
In Africa, alcuni governi stanno riducendo i rischi legati al business, ma per quanto riguarda i diritti dei cittadini ancora poco è cambiato.
Osservando le componenti dell’indice, possiamo vedere un particolare miglioramento riguardante la trasparenza nella gestione finanziaria – una buona notizia per le imprese che operano nella regione.
Un caso particolarmente positivo è il Senegal – al 61° posto assieme all’Italia e in compagnia di Lesotho e Sudafrica -, che è migliorato in modo significativo rispetto all’anno precedente grazie a nuove misure anti-corruzione.
Il Botswana è il primo della classe con punteggio di 63 su 100, il migliore in Africa e 28° a livello mondiale. Di sicuro avranno pesato i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile che fungono da catalizzatore per il rafforzamento della governance.
Ma la corruzione continua a negare ai cittadini giustizia e sicurezza. L’instabile Somalia – maglia nera all’ultimo posto nel mondo -, l’Angola, il Burundi e l’Uganda vedono altri tassi di corruzione dei funzionari pubblici e l’intimidazione dei cittadini che segnalano e protestano contro i casi di corruzione.