Il grande spostamento di masse che accompagnò la corsa all’oro del Klondike penetrò così in profondità nell’assetto sociale degli Stati Uniti poiché alla fine dell’Ottocento (periodo in cui avvennero le scoperte canadesi) il territorio americano era colpito da una forte crisi economica e la gente sognò di rivedere la luce al di là del tunnel proprio grazie all’oro.
Tutto ebbe inizio quando tre minatori, due nativi canadesi ed un californiano, risalendo il fiume Klondike si imbatterono in ricchi giacimenti d’oro nel Fosso del Coniglio (Rabbit Creek) . La notizia di tale scoperta si diffuse capillarmente per tutto il territorio dello Yukon, area in cui proliferava già l’attività mineraria, ma nessuno ancora aveva avuto la fortuna di trovare un giacimento così vasto. Fu quello l’inizio della migrazione di migliaia di persone verso la sorgente aurifera. Dapprima la corsa all’oro coinvolse solo il Canada ma ben presto uscì da propri confini per arrivare negli Stati Uniti e giungere poi fino alle punte estreme dell’Australia.