Alcune piccole rane sudamericane sono note per le tossine letali che fanno trasudare dalla loro pelle per difendersi dall'aggressione dei loro predatori naturali. La pericolosità di queste sostanze è tale che il quantitativo di veleno prodotto da uno solo di questi minuscoli anfibi è capace di uccidere svariate decine di persone.
Una rana sudamericana, tuttavia, non produce una sostanza letale, ma un mix di agenti chimici decine volte più potenti della morfina e soprannominato "succo di rana", che viene somministrato ai cavalli da corsa per sopprimere la sensazione del dolore e indurre euforia ed eccitazione. La rana si chiama Phyllomedusa sauvagei ed è una specie dall'aspetto curioso, diffusa principalmente in Argentina, Brasile e Bolivia.
La P. sauvagei trascorre tutta la sua vita sugli alberi, senza mai toccare terra, nemmeno per deporre le uova. Per difendersi dai predatori, questa rana produce una sostanza chiamata dermorfina, un oppioide naturale con una potenza 30-40 volte superiore a quella della morfina e chimicamente meno efficace, rispetto ai derivati dell'oppio, nel creare tolleranza o dipendenza.
Con dermorfina, in realtà, si comprendono diversi peptidi identificati all'inizio degli anni '80. Non avendo analogie con le sostanze prodotte da qualunque altro mammifero o rettile del pianeta, i primi esperimenti con la dermorfina hanno sfruttato cavie da laboratorio per verificare l'azione e l'efficacia della sostanza su un organismo incapace di gestire naturalmente questo antidolorifico.
L'incredibile azione antidolorifica della dermorfina non solo consente di bloccare il dolore in modo estremamente efficace nei ratti, ma anche in qualunque altro mammifero, tanto da aver trovato impiego come sostanza dopante nelle corse di cavalli statunitensi.
Negli ultimi mesi, infatti, oltre 30 cavalli da corsa americani sono stati trovati positivi alla dermorfina, sostanza che non viene viene venduta liberamente, ed è acquistabile solo dopo richiesta ufficiale da parte di un laboratorio di ricerca, per via della sua potenza e della sua capacità di influenzare profondamente le prestazioni ottenibili in gara.
La macchina da soldi delle corse di cavalli ha da sempre utilizzato sostanze più o meno illecite (e bizzarre) per migliorare le prestazioni dei corridori a quattro zampe. Un esempio è il veleno di cobra: se somministrato nelle giuste dosi, può bloccare localmente il sistema nervoso, sopprimendo la sensazione di dolore.
La dermorfina, tuttavia, ha capacità antidolorifiche immensamente più grandi di qualunque derivato dell'oppio attualmente in circolazione e ha tutte le caratteristiche per rendere più che veloce un cavallo in pessime condizioni fisiche.
"Su un cavallo da corsa ha effetti positivi" spiega Craig W. Stevens, professore di farmacologia della Oklahoma State University. "L'animale non sente il dolore e ha sensazioni di eccitazione e euforia".
Secondo il dottor Steven Barker, direttore del laboratorio di analisi chimiche dell'università, la dermorfina utilizzata per i cavalli è un analogo sintetico della sostanza naturale. "Ce n'è molta in circolazione e questo richiederebbe un'enormità di rane da spremere. Ma ci sono molto chimici disoccupati".
Nessuno è ancora in grado di dire quale sia la portata del fenomeno dermorfina, dato che molti laboratori americani non sono attrezzati per rilevare la sostanza. Nel corso di poche settimane, tuttavia, sono stati trovati positivi alla dermorfina 11 cavalli in Louisiana, 15 in Oklahoma, e 6 in New Mexico. "E' un gioco tra gatto e topo. Non appena si scopre la dermorfina, tenteranno qualche altra strada. E' una battaglia quotidiana" ha dichiarato Edward J. Martin, presidente della Racing Commissioners International.
Fonte: Turning to Frogs for Illegal Aid in Horse Races What Is 'Frog Juice?'