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Corsi di formazione per cassaintegrati tramutati in lavori forzati – di Nevio Tofoni

Creato il 22 maggio 2013 da Laperonza

 

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Vinicio è un mio amico di Montegranaro che lavora presso un calz.cio con cui collaboro da diversi anni. La storia di Vinicio, riportata dal Resto del Carlino del 19 Maggio 2013 nella cronaca  di Fermo, mette a nudo lo spreco di prezioso denaro da parte di enti che operano in Italia, sperperando denaro che l'Unione Europea ha messo a disposizione dei cittadini disoccupati, facendosi scudo di una  legge del 2009 che dice esattamente il contrario di quello che loro stanno facendo.

In parole povere, la L.46441/2009 art. 12 comma 5 dice espressamente "resta inteso che l'obbligo di partecipare ad un corso di formazione o riqualificazione professionale di cui ai commi precedenti,resta sospeso nel caso in cui il lavoratore sia richiamato in servizio per la ripresa delle sue attività lavorative".

Secondo l'articolo quindi, i corsi li dovrebbe frequentare il cassaintegrato quando non lavora, questo dice la legge, non è scritto da nessuna parte che i corsi di formazione debbono essere tramutati in lavori forzati per chi lavora regolarmente tutto il giorno come il signor Vinicio.

Molti altri come lui in tutta la provincia, dopo aver trascorso tutta la giornata lavorando in fabbrica, vengano costretti a partecipare ad un corso di formazione di 4 ore giornaliere, con il rischio di venire sanzionati duramente se non si frequenta, che inizia alle 18,00 e si protrae fino alle ore 22,00. Il tutto da due a cinque giorni alla settimana, per periodi variabili , in base alle ore di cassa integrazione accumulate precedentemente.

E' facile rendersi conto che chi ci rimette in prima persona sono i lavoratori e le lavoratrici che dopo una giornata in fabbrica non hanno il tempo nemmeno di cenare o riposarsi.

Altra conseguenza, non trascurabile, questo sistema danneggia molto anche il piccolo imprenditore, e conseguente il sistema economico in generale, che il giorno dopo si ritrova in ditta un operaio non lucido, stanco e stressato, in altre parole meno concentrato e maggiormente a rischio di incidente. 

Molti sono quelli, infatti, che lavorano su macchinari complessi e che, se pur a norma, pericolosi, il cui uso richiede una lucidità e prontezza di riflessi che di certo non può avere chi ha lavorato 12 ore al giorno (8 ore lavorative + 4 ore di corso ).

Chi organizza certo non corre nessun rischio, gli altri esseri umani non contano, non esistono, sono solo carne da macello.

E' deprimente,ma purtroppo questa è l'Italia di oggi.

Nevio Tofoni

 


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