Anche nei mesi estivi proponiamo lezioni e seminari.
I corsi sono rivolti sia a principianti che avanzati interessati sia a mantenere attiva la propria formazione anche nei mesi “di vacanza” in cui la maggior parte delle scuole sono chiuse, sia ad approfondire linguaggi come: contact, contemporaneo, physical theatre, teatrodanza.
Per tutto il mese di agosto – tranne la settimana dal 13 al 19 – sarà dunque possibile frequentare lezioni di contact, contemporaneo, classico, physical theatre con la seguente modalità: lunedì 10:30-12:30 physical theatre, martedì 9:00–10:30 classico; mercoledì 10:30-12:30, giovedì 9:00–10:30 contemporaneo. Le stesse lezioni, negli stessi giorni, sono anche dalle 18:30 alle 20:30.
Sarà inoltre possibile frequentare il laboratorio di danza e physical theatre “HOBO segni non convenzionali,” dal 6 al 10 agosto e dal 17 al 21 settembre 2012.
hobo signs
hobo: termine americano con cui si designano le persone senza fissa dimora — in termini comuni “vagabondi” — che si muovevano attraverso gli stati e che raggiunsero un numero particolarmente elevato durante la crisi economica del ’29 dello scorso secolo. Muovendosi in continuazione da un punto all’altro del continente e raggiungendo località isolate, e spesso accessibili tramite una sola strada, si stabilì fra gli hobo l’abitudine di indicare a chi sarebbe seguito, attraverso dei segni convenzionali tracciati a gesso sui cartelli, il grado di ospitalità o di rifiuto che si sarebbe incontrato o più semplicemente indicazioni pratiche sull’acqua e il cibo.
Il linguaggio dei segni degli hobo è oggi considerato uno degli elementi più caratteristici di questa cultura marginale di cui hanno fatto esperienza personaggi come Woody Guthrie, Jack London, John Steinbeck e Jack Kerouak.
hobo signs
tema del laboratorio:
Il nostro tempo, la nostra società, i desideri, i dolori, i sogni, gli incubi. Comuni, massificati. Sintetici, indotti. Niente di genuino e di nuovo. Viviamo in un mondo di sintesi non di analisi. Si soffre forse di una mancanza che si sta cronicizzando. Una lacuna di ruoli e di coraggio in qualsiasi campo: politico, artistico, scientifico. Di ruoli e responsabilità capaci di immaginare, di percepire, di avere visioni. Di indicare e sconvolgere, di cambiare. Di trasgredire.
Il nostro tempo è costantemente uguale a se stesso.
E a quelli passati. Conformista. Un’imitazione e scimmiottamento continuo di ciò che è stato prima.
I leader politici, artistici, scientifici di oggi assecondano, non predicono. Cercano di svolgere il loro compitino da leader rispondendo alle masse esattamente con ciò che queste si aspettano di avere in risposta. Siamo una società annoiata, di individui annoiati. Nauseata da se stessa. La frase più ricorrente che viene detta è: oramai non si inventa più nulla, tutto è già stato fatto. Ma sarà vero? O è solo la paura del nuovo, del diverso, del possibile a fermarci? Perché?
Non è che il nostro tempo ha fatta propria la conservazione dello stutus quo?
L’ha inserita nel suo patrimonio genetico.
Il potere dominante ha finalmente coronanto il sogno cercato in qualsiasi periodo storico: diffondere la voglia generale di mantenere ciò che è.
Senza ricerca alcuna di progresso o evoluzione. Di altro, di oltre.
physical theatre:
Corso diretto a scoprire cosa si muove e se la persona è pronta a rispondere. Piuttosto che rimanere o agire rigidamente ancorati ad una specifica tecnica, il lavoro mira a raggiungere una flessibilità del corpo, della voce e della mente. Il physical theatre (teatro fisico o teatro di movimento) è un luogo ideale dove miscelare generi e linguaggi innovativi alla ricerca di significati chiari e al tempo stesso stimolanti, curiosi. Affrontare rischi, anche fisici ed estetici, al fine di abbattere le barriere tra danza, teatro e altri linguaggi, comunicando in maniera chiara e non pretenziosa affinché la danza possa arrivare al maggior numero di perone possibili, sia un’arte accessibile e non più elitaria, metta in scena il quotidiano, tematiche attuali e comprensibili, come i rapporti tra gli uomini e le mutazioni, anche di ruoli e visioni, nella società contemporanea.
Questo corso propone tre temi principali che si intrecciano nel corso del processo: il corpo in movimento, il carattere e gli strumenti della performance. Fiducia e sentirsi a proprio agio sono motori di ricerca e di creazione. Affinare la percezione del proprio corpo e dell’ambiente in cui agisce come fonte d’ispirazione, svegliare o affinare la capacità di rischio e il piacere della sperimentazione del movimento, usare il corpo pienamente, sono l’obiettivo. L’importante è l’autenticità del movimento, danzato o non, la sua espressione, il suo carattere, tutti strumenti necessari per individuare e sviluppare un proprio vocabolario, linguaggio e un proprio stile. Molte del lavoro ruota attorno alla consapevolezza delle proprie prestazioni/capacità. Le proposte sono costruite anche in modo tale che i partecipanti si esibiscano gli uni per gli altri. Guardare l’altro, lo sviluppo di una sensibilità, l’ascolto per i nostri corpi, sia come esecutore che come un osservatore, sarà fondamentale. Rifletteremo insieme, daremo un feedback per tutto il corso del lavoro. Il corso porta alla creazione di una piccola performance, un “attentato di danza”, che avverà in un luogo di Milano.
L’intero corso coinvolge diverse pratiche e tecniche di formazione nell’ambito di movimento, danza, voce, partnering e il ritmo, ed è adattato di volta in volta per il livello dei partecipanti. Prevede sia teoria che pratica.
A chi è rivolto:attori, danzatori, performer, registi, chiunque sia curioso di conoscere ed accrescere la propria capacità di movimento, indagine, espressione.
Informazioni e iscrizioni: federicapaola@spaziotadini.it