Corso di falegnameria: la molatura

Da Carloferrari

Postato in: Restauro
Dopo aver parlato di scalpelli e sgorbie affrontiamo il discorso della affilatura. Affiliamo scalpelli e sgorbie durante i corsi di falegnameria a Milano e in questo articolo Matteo Gandini, il docente dei corsi di Arte del restauro ti spiega come fare...
Nel processo di affilatura degli utensili da taglio, la prima fase è la molatura. Molare il tagliente di un ferro non è sempre necessario, e data la quantità di materiale che si perde ad ogni passata dovresti farlo solo quando serve. Tipicamente si mola uno scalpello quando il tagliente è stato danneggiato, il filo è seriamente spuntato o quando si vuole modificare l’angolo dell’unghia (la porzione inclinata della lama). Dopo la molatura dovrai rifinire il tagliente con l’uso di pietre o altri abrasivi più fini.

Le mole per utensili da falegnami o intagliatori assomigliano per funzionamento alle loro cugine da officina, le smerigliatrici, ma con alcune importanti differenze. Per cominciare, la “pietra” di una smerigliatrice viaggia fino a 3000 giri al minuto, contro i 150-200 rpm (giri al minuto) di quella di una mola. La velocità ridotta evita che i taglienti o in genere le parti più fini dell’acciaio degli utensili perdano la tempra a causa del calore dell’attrito contro la pietra. Per lo stesso motivo, le mole migliori sono “ad acqua”, e cioè con la pietra che gira pescando acqua da una bacinella, raffreddando l’acciaio mentre viene molato. Un’altra differenza è la direzione di rotazione, nelle smerigliatrici è verso l’operatore, nelle mole di solito il contrario.


Le “pietre” delle mole oggi chiaramente non sono più in pietra, ma fatte di materiali compositi in cui dei granelli abrasivi sono affogati in leganti di varie tipologie. Il materiale più comune e comunque valido per l’acciaio degli utensili è il corindone, cioè granelli di ossido di allumio tenuti insieme da un legante vetrificato. Può sembrare strano, ma proprio perchè è un materiale molto friabile è indicato per metalli duri, come l’acciaio HSS degli scalpelli migliori; infatti ha la tendenza a perdere rapidamente i granelli abrasivi consumati e lasciare affiorare in breve tempo quelli nuovi, ancora taglienti.

Quando si mola è importante mantenere un’inclinazione dello scalpello o della sgorbia costante, per avere un unghia diritta e senza dislivelli; per questo sarebbe meglio avere un qualche tipo di piattaforma o puntello dove appoggiare il manico, o in alternativa la lama, dell’utensile durante la molatura.
Matteo Gandini
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