Corso di scrittura distruttiva Anonima Scrittori. Nono episodio. Scrivere è riscrivere

Da Ornellaspagnulo82 @OrnellaSpagnulo

“Stamattina al paese di quei fottuti balocchi, mi sono dimenticato cosa stavo dicendo, ah, ero arrivato stamattina presto e mia mamma, per fortuna che mi ha ricordato il cappotto! non so perché. Ecco, giravo tra i banchi dei libri, quand’ho perso la mia testa perché…era tra libri che non mi ricordo, perché non li avevo mai letti, quei libri, nessuno aveva mai sentito parlare di Laura Ciccioni Stellina che scrive di sedute spiritiche e romanzi, ma chi la conosce? E non è perché ho perso la memoria, è che quella non se la ricorda proprio nessuno, nemmeno sua mamma, probabilmente.

Al paese stamane cercavo qualcosa, ah, la penna, e l’ho ritrovata adagiata sul banco, era da qualche parte, forse. Poi l’ho ritrovata, ah, ho mangiato anche un cornetto. E lì, io sono di Rieti, ritornerò, un giorno, se ritroverò la strada…E se questo corso varrà a qualcosa, forse scriverò dei libri, ma mi devo sempre ricordare di quello che si dice al corso, sennò la penna che l’avevo portata a fare? Eh eh…”

“Stamattina, al paese, Luca mi mancava. Il suo sguardo lo sentivo addosso, anche se non c’era. Era nei libri, negli alberi, era nell’aria che si respirava intorno a me. Ora siamo in una chiesa, Luca, ed è qui che ti vorrei sposare, anche se è sconsacrata. Luca quante favole ti dirò, a voce, oltre a quelle scritte, che tutti leggeranno, Luca. Tu sei il mio piccolo dio, per pietà non mi lasciare, non mi lasciare mai…”

– Tu puoi continuare a scrivere quello che avevi iniziato –, dice l’editor alla ragazza-Pinocchio.

– Va bene! – risponde con entusiasmo.

“Salutato di nuovo Geppetto, e ritornato al paese dei balocchi, Pinocchio incontrò una casa editrice, Il figlio, che si vezzeggiava di pubblicare autori mentre prometteva solo falsi contratti con falsi scrittori e con i loro veri soldi…A Pinocchio naturalmente proposero subito un contratto, ma lui doveva prendere prima i soldi da Geppetto. Geppetto tutti quei soldi non li aveva, per pubblicare i libri di Pinocchio con Il figlio: Il figlio volevano ben 100.000 euro per ogni copia, giuravano che avrebbero fatto editing, avrebbero curato la pubblicità, l’immagine pubblica, e ti avrebbero regalato caramelline per tutta la vita. Pinocchio si fece dare da Geppetto quello che poteva: un briciolo di euro però pieno d’affetto.

Cari aspiranti scrittori, se i soldi entrano nelle priorità di una casa editrice, di un singolo, di un sistema, la letteratura rischia di corrompersi. Ma forse era già corrotta all’epoca dei cortigiani?

Purtroppo il burattino lo sprecò, cercò di impiegarlo in un’impresa a cui lo stavano obbligando Gattoevolpe e…”

–  Stop! Ve l’ho detto che sono feroce! Consegnatemi gli scritti! –

E tutti consegnarono quelle poche righe che avevano riscritto. Niente di rilevante, nessun colpo di genio ma solo persone che stavano mettendo a nudo se stesse.

Episodio precedente. Meglio le piccole case editrici, spiega l’editor di successo.