Dopo l’episodio di stamani, credo proprio che in quello storico negozietto che detiene il monopolio merciaio qui nella mia cittadina non ci tornerò più.
Come diceva Elio, [...] cortesia no, convenienza no, ampio parcheggio no.
Avevo finito il filo.
Ho pensato “Ma perché mai comprarlo su internet? Compriamolo in negozio, facciamo girare l’economia”.
Ho consegnato il rocchetto vuoto a Madre, e lei stamattina me ne ha fatto avere uno nuovo.
Lo scarto e guardo il colore. E’ diverso.
Penso “Vabbè, magari quel numero lì non ce l’avevano. Me ne avranno dato uno simile”.
Poi torna Madre e mi racconta il simpatico episodio.
Io le avevo dato il rocchetto vuoto, con su scritti marca e numero.
C’è una corrispondenza biunivoca fra colore e numero.
Finisci un barattolo di vernice, conservi il coperchio, vai in colorificio e dici “Oh, mi dai un altro barattolo di questo colore?”
e loro “Certo. Dimmi il numero, ché te lo cerco”.
Cioè, i codici articolo e i numeri vengono usati estesamente proprio per questo.
Praticamente, quando Madre ha presentato il rocchetto vuoto alla simpaticissima signora, questa qua le ha detto
“Eh, ma io mica posso mettermi a cercare il numero esatto! Mi dica più o meno che colore è!”
e così le (mi) ha rifilato un cavolo di filo di colore diverso solo perché non aveva voglia di fare una cosa banalissima e, di conseguenza, di fare buona impressione e di acquistare una cliente abituale in più.
Che si tenga pure le sue mummie rinsecchite coi mariti al séguito: non ho bisogno della sua maldisposizione!