La trama (con parole mie): uno degli avvenimenti più importanti e sconvolgenti con i quali ci si possa confrontare è pronto a mescolare le carte nelle vite di una manciata di coppie le cui vicende si incastrano tra tv, incontri al parco e parentele.Jules, presentatrice televisiva, ed Evan, conosciutisi ad una sorta di Ballando con le stelle, si ritrovano a dover scoprire prima il funzionamento del loro rapporto che l'esperienza da futuri genitori, Holly e Alex decidono di adottare un bambino e attendono di poter coronare il loro sogno, Wendy e Gary, dopo anni di ricerca, finalmente scoprono di essere in attesa proprio quando il padre di lui, Ramsey, comunica loro l'arrivo di due gemelle la cui madre è più giovane - molto più giovane - di suo figlio, Rosie e Marco dovranno invece affrontare la gravidanza dopo una sola, galeotta uscita.Il tutto mettendo in conto il supporto informativo per le signore e l'indispensabile aiuto del gruppo del sabato al parco per i loro mariti, futuri o presenti papà.
Come di recente mi era capitato con la visione di Remember me, la fatidica domanda è tornata a farsi largo nel sottoscritto: non è che la paternità ormai sempre più imminente sta finendo per rincoglionirmi inesorabilmente?E perchè il suddetto interrogativo?Principalmente perchè, pur ben conscio della pochezza della pellicola in questione, del suo finto incasinare le vicende dei protagonisti per poi risolvere con un bel "e vissero tutti felici e contenti" neanche fossimo nella più smielata delle fiabe Disney, di quel patinato che dovrebbe di norma e per contratto farmi incazzare come un toro, Cosa aspettarsi quando si aspetta mi ha tutto sommato perfino divertito, nell'ambito delle visioni da neuroni più o meno mandati in libera uscita per una sera.Tanto per intenderci, e per rimanere nell'ambito del Cinema di solo intrattenimento, è curioso che l'ultimo Bourne mi abbia a tratti annoiato tanto da costringermi a tenere gli occhi aperti come nel pieno della cura Ludovico mentre con il lavoro decisamente più trascurabile di Kirk Jones sia rimasto non solo sveglio, ma anche arzillo e con il sorriso sulle labbra durante la quasi totalità della visione: forse, effettivamente, l'arrivo del nuovo occupante - e probabilmente capo supremo - di casa Ford ha condizionato il mio punto di vista - a proposito, dato che l'abbiamo scoperto anche noi da poco, sarà un maschio -, eppure ho trovato in qualche modo ammirevole il tentativo di regista e sceneggiatrici di mettere in campo una nutrita schiera di coppie che potesse - pur se non con la giusta profondità - mostrare non soltanto il tipico percorso che porta due persone ad avere un bambino.Infatti, da chi vive tutto in tranquillità e scioltezza prima per poi essere letteralmente torturato ogni notte, tutta la notte poi a chi per anni insegue la speranza di un figlio che vede assotigliarsi mese dopo mese, a chi finisce per caricarsi i sogni in valigia e partire per l'altro capo del mondo seguendo gli iter delle adozioni, a chi costruisce un sacco di sogni su un avvenimento che dovrebbe essere felicità e si tramuta in un dolore difficile da superare, questo film ha dalla sua almeno un tentativo - abbozzato, questo è sicuro - di mostrare il mondo non sempre tutto rose e fiori della "dolce attesa" da numerose angolazioni, alcune più profonde ed altre decisamente in un Apatow style che rischierà di piacere e non poco al pubblico maschile - del resto, noi siamo semplici e ci accontentiamo di una risata ed una pacca sulla spalla con gli amici, come mostrato dal club del sabato al parco che finisce per non risparmiare neanche i più cool Rodrigo Santoro e Joe Manganiello, destinati prima o poi a mollare corsa e trazioni per camminare armati di passeggini o aggirarsi per le strade alla guida di un minivan -.Certamente l'idea di sfruttare la molteplicità di casi per dare l'idea di una sorta di pseudo film corale aiuta lo spettatore a non finire addormentato con la più classica delle bolle in stile cartone giapponese a veleggiare splendida ed imponente sulla sua narice preferita, ed il fatto che dietro la macchina da scrivere vi siano due donne riesce a sensibilizzare in qualche modo il pubblico femminile mentre alla controparte più becera della coppia pensa il regista, che sfrutta momenti come la rivalità tra padre e figlio di Dennis Quaid e Ben Falcone per spezzare il ritmo e rendere più piacevole l'argomento, considerato il terrore che, in genere, gli uomini rifiutano di ammettere di avere rispetto all'attesa, per quanto emozionati siano spesso e volentieri anche più delle loro compagne.Se mi aveste interrogato in proposito alla vigilia della visione, dunque, avrei previsto bottigliate scandalosamente selvagge ed una giustificazione che vedeva un equo scambio in casa Ford tra me e Julez che metteva sul piatto una serata con questo film e la seguente dedicata al pay per view mensile di wrestling nel pieno del rispetto dei compromessi da coppia, eppure devo dire di essermi decisamente goduto - saranno le ferie, sarà la voglia di rilassarmi e prendere tutto il possibile di quella che sarà la mia paternità - questa robetta infiocchettata per le grandi platee senza pretese da un regista che non ha decisamente nulla da dare alla Storia del Cinema.Ma chi se ne frega, in fondo.Da un certo punto di vista, posso considerarlo un anticipo di quello che sarà il regno del piccolo Fordino, che sicuramente si prenderà molto dello spazio che ora concedo alle visioni più o meno d'autore.E vi dirò, sarà una gioia - e lo è già ora - lasciare che se lo faccia.In fondo, il futuro è tutto suo.
MrFord
"You can't sleep, you can't eatthere's no doubt, you're in deepyour throat is tight, you can't breatheanother kiss is all you need."Robert Palmer - "Addicted to love" -