Cosa ci lasciano i quarti del Mondiale e qualche scommessa sulle semifinali

Creato il 10 ottobre 2011 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Le coincidenze della storia. Nuova Zelanda 2011 regala le stesse semifinaliste di Nuova Zelanda 1987, anche se gli incroci allora furono diversi (Francia-Australia e Nuova Zelanda-Galles, oggi invece abbiamo Nuova Zelanda-Australia e Galles-Francia). 1987, l’unico Mondiale vinto dagli All Blacks, il primo in assoluto. Ce la faranno finalmente a ripetersi? Partono da superfavoriti, ma il campo cosa dirà?

NUOVA ZELANDA
Una faticaccia terribile, inaspettata, ma compito portato comunque a termine. Che contro l’Argentina non sarebbe stata una passeggiata di salute era evidente, ma nemmeno quella difficoltà era preventivabile. E invece i pumas restano in partita per oltre un’ora, fino alla prima meta all blacks, segnata quando i tuttineri erano in superiorità numerica.
Il XV di casa è stato comunque bravo a giocare con pazienza e ha tratto giovamento da un Piri Weepu in grandissimo spolvero, autentico trascinatore della squadra.
Ora l’Australia, contro cui non ci sarà Dan Carter ma nemmeno Muliaina e Colin Slade e con un capitan McCaw claudicante. Qualche mese fa i wallabies fecero a pezzi i loro “nemici” per antonomasia e si presero il Tri-Nations. Domenica a Auckland non sarà così semplice, ma se dovessi scommettere un euro direi Australia: più quadrata e – diciamolo – con la dea bendata della sua parte. E poi volete mettere? Immaginatevi di essere australiani solo per un secondo: battere i “cugini” in casa loro in una semifinale Mondiale gettando un intero Paese nella disperazione. Quando mai ricapiterà?
AUSTRALIA
Bellissima quella ammirata nel Tri-Nations, zoppicante e balbettante quella finora vista in Nuova Zelanda. Una involuzione incontestabile, ma alla fine i wallabies sono in semifinale mentre le due squadre che tradizionalmente arrivano in fondo a prescindere dal gioco messo in mostra – Inghilterra e Sudafrica – sono già su un aereo. Il quarto di finale contro gli springboks ci dice che siamo di fronte a un’Australia tostissima, capace di soffrire come non mai nonostante un’età media piuttosto bassa. Una difesa di prim’ordine e se Deans riesce a risistemare i suoi trequarti… Certo avrebbe meritato di più il Sudafrica, ma alla fine sono passati i più cinici, quelli che hanno saputo soffrire e piazzare la zampata vincente nonostante tutto. C’è un James O’Connor mostruoso: quanti a 22 anni sono/erano bravi come lui? Sa fare tutto, semplicemente tutto. E poi un Pocock monumentale. Il vero dubbio è Quade Cooper: micidiale se gira tutto bene, una palla al piede e irritante come pochi altri quando è in giornata no. Un mio amico che va a vedere il Milan mi diceva che quando Serginho era in giornata lo capivi dalla prima cosa che faceva: se era buona poteva fare venire giù San Siro, se la sbagliava era da mandare subito in panchina, perché non poteva che fare di peggio. Robbie Deans dovrebbe fare così: faccia giocare Quade dieci minuti, poi decida il da farsi.

FRANCIA
Les enfants de la Patrie… Inguardabili e irritanti per tutta la prima fase. Arrivati ai quarti nonostante due ko solo perché capitati in un girone più semplice di altri. Tutti a dire che i galletti sono cotti eccetera eccetera. Poi si trovano davanti agli inglesi e con le spalle al muro: e ovviamente tirano fuori dal cilindro una di quelle prestazioni come solo loro sanno fare. Croce e delizia. Uno spogliatoio in subbuglio, una fronda nemmeno tanto celata contro un Lievremont dai metodi duri ma giunto a fine corsa. Eppure. Favoriti alla conquista della finale – e se ci arrivano stavolta vincono – ma dovranno vedersela con un Galles bellissimo e sorprendente. Hanno messo in mostra quella che a mio parere è finora l’ala più efficace del torneo: Vincent Clerc.
GALLES
Già, il Galles. Avessi scommesso dieci euro prima dell’inizio del torneo sul suo approdo alle semifinali… Perché era capitato forse nel girone più equilibrato del torneo. E insomma, non è che nell’ultimo annetto, annetto e mezzo, avesse poi così colpito. Anzi. Invece ci ritroviamo davanti una squadra solida, ben organizzata e con un mix quasi perfetto di esperienza e sfrontatezza giovanile. Merito di un ct per cui la federazione neozelandese farebbe carte false per portarlo sulla panchina all blacks. E questo dice tanto, se non tutto. Sulla carta è la meno completa delle quattro semifinaliste, ma è anche quella che ha meno da perdere e meno pressione addosso. Insomma, non arrivare in finale non sarà una tragedia, ma questi in maglia rossa hanno forse più fame degli altri…