Può dirsi un vero orto quello che non ospita almeno una varietà di cavolo? A mio modesto parere no perché ogni “ortolano” che si rispetti dovrebbe cimentarsi con la coltivazione di questa meravigliosa e benefica pianta, come minimo con una delle sue molteplici forme. Molteplici sì, perché si fa presto a dire cavolo!
Osservando il cavolfiore, il cavolo cappuccio, la verza, i broccoli o il cavolo nero (solo per citarne alcuni) date le evidenti differenze morfologiche uno si aspetterebbe di trovarsi di fronte a tante specie di uno stesso genere. E invece no. Tutti gli ortaggi sopra elencati sono solo delle varietà di quel capolavoro botanico che è la Brassica oleracea. Appartenente alla famiglia delle crocifere e originaria dell’Europa e dell’Asia occidientale la B. oleracea ha dato nel tempo, grazie all’opera selettiva dell’uomo, molte varietà che, come dicevo, sono spesso sensibilmente diverse per forma e sapore le une dalle altre ma sono di fatto tutte appartenenti alla solita specie. Comunque, per non creare confusione sulle diverse varietà e sulle tecniche colturali, è forse meglio trattare questi ortaggi singolarmente (tornando in seguito sull’argomento per parlare degli altri), partendo dalla cosiddetta varietà “botrys“, più nota con il nome di cavolfiore.
Il cavolfiore è una di quelle “incarnazioni” dell B. oleracea delle quali si consumano le infiorescenze immature a differenza di altre varietà come il cavolo nero delle quali si consumano le foglie. La parte del cavolfiore che viene consumata è costituita da numerose infiorescenze carnose molto compatte che formano una testa bianca o giallognola piuttosto soda e avvolta dalle foglie che sono anch’esse commestibili. Vediamo per sommi capi come coltivarla.
Ciclo produttivo
Anche se è una pianta biennale il cavolfiore viene coltivato come annuale.
Clima
Come tutti i cavoli il cavolfiore preferisce climi temperati e umidi ma è comunque un ortaggio che si adatta bene ad altre condizioni e resiste alle basse temperature e anche alle gelate se non troppo prolungate. La temperatura ideale si aggira intorno ai 18° centigradi.
Terreno
Il terreno migliore per il cavalfiore è di medio impasto, profondo e ricco di materia organica con un pH leggermente acido.
Semina e trapianto
Il cavolfiore si semina in semenzaio protetto da gennaio a marzo e all’aperto da maggio ad agosto. I semi vanno distribuiti a spaglio a una profondità di 2 cm. Il trapianto avviene dai 30 ai 90 giorni dalla semina con le piante alte una ventina di centimetri e dopo che hanno formato 5 o 6 foglie. Si dispongono in file distanti 50-90 cm elasciando 40-70 cm tra le piante della stessa fila.
Concimazione
Come un po’ tutte le varietà di cavolo anche il cavolfiore necessita di abbondanti letamazioni del terreno in preparazione con l’aggiunta di concimi ricchi di azoto e potassio durante la fase di crescita.
Acqua
Il cavolfiore è abbastanza esigente in fatto di irrigazioni che devono essere costanti in fase di crescita.
Lavorazioni
I lavori necessari per questo tipo di cavolo sono pochi e si limitano alle scerbature e a qualche rincalzatura.
Rotazione
Questa pianta tende a sfruttare molto le risorse nutritive del terreno e per questo alla sua coltivazione non devono logicamente seguire altre crocifere ma neanche le solanacee e le cucurbitacee.
Consociazione
Il cavolfiore non si presta molto bene alla consociazione anche se può essere tentata quella con lattuga e spinaci.