Si tratta di iniettare nel corpo della donna dei farmaci anestetici che permettono di non sentire i dolori del parto, perché dalla pancia in sotto si perde la sensibilità.
L’epidurale in genere viene somministrata durante il travaglio, quando l’utero si dilata e i dolori sono frequenti e per molte intollerabili.
In Italia questa pratica non è eseguita in tutti gli ospedali e spesso è a pagamento. Inoltre, nei nosocomi italiani non sempre è praticabile perché l’anestesista copre solo alcuni turni particolari. In America, invece, quasi la metà dei parti avviene con l’epidurale. Se decidete per l’epidurale, recatevi all’ospedale dove volete ricoverarvi in vista del parto ed informatevi se è possibile usufruire di questo servizio, come e se è necessario che vi sottoponiate ad alcuni esami particolari. In alcuni specifici casi non è possibile effettuare questa iniezione perché il parto è troppo veloce o se si è affette da particolari patologie.
Alcune mamme, sono contrarie a questa iniezione perché temono che gli effetti di intorpidimento delle gambe o prurito possano protrarsi nel tempo o che ci siano rischi gravi per la loro incolumità.
L’epidurale è una tecnica sicura anche per il nascituro che anzi, da subito potrà stare con una mamma meno stressata e infiacchita dal travaglio e dai dolori.
Sentire meno dolore aiuta la mamma a vivere meglio quest’importante esperienza e a riprendersi più velocemente dalle conseguenze del parto. E’ però vero che in alcuni casi il parto diventa più difficile e il personale medico deve intervenire con delle leggere pressioni o con il parto cesareo. In passato si ricorreva di più al forpice, ma oggi la dose di medicinale è molto precisa e non agisce sugli aspetti fisiologici che caratterizzano il parto.
L’epidurale è consigliata anche per il parto cesareo, perché la mamma riesce a riprendersi meglio, subisce meno gli effetti del dolore post operatorio e perché è subito in grado di stare col bambino e allattarlo.