Cosa legge lo scrittore, cosa mangia il cuoco

Creato il 21 maggio 2011 da Paciampi
Chiedersi come sia la biblioteca di uno scrittore è come immaginare che cosa mangia un cuoco o come si senta un regista quando va al cinema
Ha ragione Gabriele Romagnoli, che così su Repubblica comincia una sua inchiesta sulle biblioteche degli scrittori. Ha ragione ed è così, anche se tutto sommato tra lo scrittore e il cuoco ce ne corre. O almeno, sul cuoco mi viene meno da chiedermelo, perché immagino che ci possa essere un grande chef che si ciba al fast-food sotto casa, mentre non riesco a concepire un grande scrittore che non sia un grande lettore.
E figuratevi, mi interrogo sulle biblioteche dei miei conoscenti, entro in case che non conosco e spingo subito il mio sguardo verso gli scaffali, ma con gli scrittori la curiosità diventa più che curiosità.
L'altro giorno seguivo un'intervista televisiva di Andrea Camilleri e mi sono incollato allo schermo nel tentativo - riuscito a metà - di decifrare alcuni titoli nella libreria alle spalle. Solo per dire, ma il tema è decisamente intrigante, va davvero oltre la curiosità. Romagnoli lo spiega così:
C'è un rapporto diverso tra la libreria e il suo possessore quando, in altre stanze, altre case, la sua opera può farne parte
E io aggiungo che è vero anche il contrario. Perchè ciò che più mi intriga non sono i libri che lo scrittore riuscirà ad aggiungere alla sua libreria, ma i libri già sugli scaffali che in qualche modo riusciranno a far parte dei libri dello scrittore.

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