Sto per fare una dichiarazione d'amore a Lost? Sì, l'intenzione è quella. Sì, è una cosa stupida.
In fondo, è solo un telefilm.
Quando su Twitter ho "annunciato" che avrei iniziato Lost, una persona mi ha scritto Buon viaggio. Mi ha fatto sorridere, sul momento, e ho pensato che fosse il solito esagerato.
Aveva ragione.
Ne ho visti di telefilm belli e coinvolgenti: dai mille teen-drama ai più stupidi, con personaggi complicati e interessanti, in cui ogni puntata è una storia a sé o pieni di intrecci, mi è capitato di sorridere e di piangere.
I brividi però, non mi erano mai capitati: la pelle d'oca, tornare indietro tre volte a rivedere quella scena, ascoltare tutte le parole di un dialogo o risentire quel suono. E riconoscere gli intrecci e i particolari di una cosa che rivedi a sei serie di distanza e la soddisfazione di capire cosa sta succedendo che dura quattro secondi perché poi ti perdi di nuovo.
Lost non è un telefilm, è un puzzle: di storie e personaggi che riesci a capire fino in fondo solo all'ultima puntata dell'ultima stagione. Niente eroe buono che non sbaglia mai, niente principessa da salvare, niente eroina a cui viene tutto semplice, niente cattivo che in fondo è un tenerone.
Personaggi e sfumature e momenti e dialoghi che ti restano in testa e ti fanno pensare J.J. ma come ti viene in mente.
In tanti mi hanno detto di non guardare l'ultima puntata o addirittura l'ultima stagione, come se arrivata a quel punto avessi potuto fermarmi.
Che ci fosse un calo era inevitabile: non mi ha molto convinto la svolta per così dire mistica, ma tutto sommato mi è piaciuta l'ultima stagione.
E mi è piaciuta anche l'ultima puntata: ho sorriso e mi sono commossa. Continuavo a pensare perché mi hanno detto di non guardare l'ultima puntata, è bellissima! E intanto piangevo.
Poi, a dieci minuti dalla fine è arrivato un gigantesco ma stiamo scherzando?
Lo sgomento, l'ansia, il ma perché? Incredula e sconvolta, ho iniziato a rivedere all'infinito quella scena nella mia mente.
Poi ho capito, o meglio: poi ho scelto la mia spiegazione, perché questo è il bello dei finali aperti e che non spiegano tutto per filo e per segno, ognuno può scegliere la spiegazione che gli piace di più.
Alla fine non si capisce niente mi avevano detto. Non è vero. Certo, le risposte non vengono servite su un piatto d'argento, ma se questo quello che si cerca in un telefilm, meglio limitarsi a Gossip girl. Ho iniziato l'ultima serie con la mia bella lista di "misteri" da risolvere e ho trovato risposta a tutto (tranne l'ultimo punto, ma ho dato la mia risposta).
Il mio Lost? [SUPER-SPOILER]
Desmond, il codardo ubriacone che vuole solo tornare a casa.
Le mille manipolazioni mentali di Ben. La sua faccia e i suoi occhi.
Il suono prima dell'arrivo del fumo nero.
Il tuffo a bomba di Hurley.
L'accento di Charlie.
(Gli occhi di Sawyer quando qualcuno fa qualcosa che non gli va - dai, lo dovevo scrivere per forza)
-Can I ask you something? -I'm Pisces.
La telefonata tra Penny e Desmond, nella seconda puntata più bella dopo il finale della terza stagione.
Tutta la terza stagione, da guardare tutta di seguito, la cosa più bella che io abbia mai visto in un telefilm.
Il finale della terza stagione, tantissime lacrime e la consapevolezza che difficilmente potrò vedere di nuovo qualcosa del genere.
Not Penny's boat, i brividi mentre Charlie annuisce sott'acqua: la scena perfetta.
Lost è finito, è un trauma. Ogni tanto mi viene in mente una faccia, uno scambio di battute, una scena. Lo riguarderò, di sicuro, forse presto per scoprire i particolari che mi sono sfuggiti e capire meglio, o tra un po' per provare a dimenticare qualcosa e riscoprirlo piano piano. Nel frattempo, cercherò un modo per cancellare la memoria selettivamente, per poter rivedere di nuovo tutto da capo, senza sapere.
Ciao Lost.
See you in another life, brother.