Cosa nostrana

Creato il 01 novembre 2010 da Patuasia


Si parla spesso di criminalità organizzata. Si organizzano conferenze. Si tengono convegni. Tenuti a battesimo dal nostro Presidente-Prefetto e dal Questore che dal primo dipende. Si educa la gioventù alla pratica della legalità (pur mantenendo nei Governi regionale e comunale, personaggi condannati con diversi capi d’accusa). La peculiarità che traspare da questa intensa attività di formazione è la prudenza nell’affrontare l’argomento, se questo viene visto da un’angolatura a noi prossima: ” La Valle d’Aosta, terra di confine e via di comunicazione fondamentale verso il Nord Europa non può esimersi dal prestare la massima attenzione. Non possiamo pensare che questo non sia un nostro problema, deve esserlo sempre, perché abbassare la guardia non farebbe che favorire l’attività di queste organizzazioni criminali” afferma Rollandin. La tesi è quella dello “stare bene attenti”. Del vigilare per non farsi infettare. Che sottindente che noi ne siamo ancora fuori. Gli articoli sulla stampa locale sono piuttosto evasivi, si mantengono sulle generali, non si fanno domande così come gli interventi nei siti dei partiti di opposizione. Noi, di Patuasia, ci chiediamo perché tanta cautela, quando tutti sanno che l’infezione c’è già stata? Che anche da noi la politica va a braccetto con gli affari? Che noti esponenti della ‘ndrangheta sono nati qui? Che gli incendi sono per la maggior parte di natura dolosa?  Non possiamo non constatare una forte contraddizione: da una parte l’impegno dell’Amministrazione pubblica per combattere con parole la criminalità organizzata, dall’altra l’omertà e la prudenza super partes che non permettono di conoscere seriamente il problema sul nostro territorio.

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