E' comparso proprio oggi sul Fatto Quotidiano un articolo molto interessante che parla della proliferazione dei contratti atipici in Europa: a fare da apripista a questo tipo di contratti è stata la Germania e, da allora, il resto dell'Unione ha cercato di seguire il suo esempio illudendosi che, un aumento dell'occupazione, determinasse anche un aumento del PIL e quindi la tanta agognata crescita. Se questo assunto poteva essere parzialmente vero in passato, oggi non è più così: i contratti atipici sono diventati un fenomeno di massa riguardando milioni di persone e provocando, in tal modo, non più un aumento di posti di lavoro ma una redistribuzione degli stessi inibendo in tal modo la tanto agognata crescita.
In Italia negli ultimi anni si è seguito l'andazzo generale: anche le riforme di Renzi (dl lavoro approvato alla Camera, approderà presto al Senato) vanno nella direzione di maggiore flessibilità (una parola carina da sostituire a precariato) senza, peraltro, garantire un reddito minimo come succede in tutto il resto d'Europa.
La tanto discussa proposta del Movimento 5 Stelle infatti, è già legge in tutti gli altri Paesi europei TRANNE che in Italia e in Grecia. In Italia insomma, si vogliono eliminare i contratti a tempo indeterminato a favore di una maggiore precarietà senza nemmeno garantire una minima forma di tutela: i suicidi per disperazione sono anche frutto di certe scelte politiche: incredibile come certa gente, al mattino, riesca a guardarsi allo specchio.
QUI l'ottimo articolo del FQ.