Due esplosioni quasi simultanee hanno colpito l’area delle partenze dell’aeroporto internazionale di Zaventem, a nordest di Bruxelles, martedì 22 marzo 2016 intorno alle otto del mattino.
Circa un’ora dopo, una terza esplosione ha colpito la fermata della metropolitana di Maelbeek, nel centro della capitale belga, vicina a diversi edifici istituzionali dell’Unione europea, che in seguito sono stati messi in sicurezza.
Il bilancio finora è di 34 vittime e 136 feriti, alcuni in modo grave.
Nessun gruppo ha rivendicato gli attacchi, ma il procuratore federale ha riferito che una delle due esplosioni all’aeroporto è stata causata da un attentatore suicida.
Le autorità hanno confermato che si è trattato di un attacco di matrice terroristica.
Sostenitori del sedicente Stato islamico hanno espresso soddisfazione per gli attacchi di Bruxelles.
Il premier belga Charles Michel ha dichiarato che si tratta di un "giorno nero" per il Belgio.
L’aeroporto è stato chiuso e tutti i voli da e per Bruxelles cancellati. Anche la rete dei trasporti pubblici è stata interrotta. La città è paralizzata e le autorità belghe hanno invitato i cittadini a non spostarsi e non creare assembramenti, indicando che l’emergenza non è passata.
Alcune linee di trasporto transnazionali hanno interrotto i servizi da e per il Belgio. L’esercito e le forze dell’ordine pattugliano le strade della capitale belga.
Il gruppo anti-terrorismo della polizia belga sta conducendo delle perquisizioni in alcune case di Bruxelles.
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Solo pochi giorni fa, venerdì 18 marzo, Salah Abdeslam, uno degli attentatori di Parigi, era stato trovato e arrestato dopo una lunga caccia all’uomo che ha fatto seguito a un raid delle forze dell’ordine belghe.
I gravissimi attacchi di oggi a Bruxelles arrivano a quattro mesi da quelli di Parigi del 13 novembre 2015 che hanno causato la morte di oltre 130 persone.
Immediate le dichiarazioni di solidarietà degli altri capi di stato europei. Il ministro dell’Interno tedesco, Thomas de Maizière, ha detto che gli attacchi di Bruxelles non colpiscono solo il Belgio ma l’intera Unione europea.
Il primo ministro francese, Manuel Valls, ha invece dichiarato: “Siamo in guerra. In Europa da diversi mesi ormai subiamo degli atti di guerra”. Il Regno Unito, la Germania, la Francia e i Paesi Bassi hanno annunciato misure di sicurezza eccezionali.
Il governo siriano ha condannato gli attacchi di Bruxelles, sostenendo che sono il risultato di una serie di politiche sbagliate sul terrorismo.
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Fonte: The Post Internazionale