Quanti termini pronunciamo di cui però, non conosciamo né origini né storia? Eppure dietro ad alcuni di questi si nascondono eventi, aneddoti e sapienze di grande fascino. La nostra lingua, anche se non ne siamo consapevoli, ci racconta “chi siamo” e “da dove veniamo“. L’etimo di alcune parole però, spesso, si perde nel corso dei secoli lasciando spazio a ipotesi e supposizioni non sempre riscontrabili con certezza, come nel caso della parola “Riggiola”, utilizzata a Napoli per descrivere maioliche e mattonelle.
Il portale parolenapule.htm fa risalire l’origine del termine al 1450, anno in cui Alfonso il Magnanimo, primo re della dinastia aragonese di Napoli, importò dalla Spagna l’antica arte della ceramica. Secondo gli storici, il re Alfonso, preso dalla nostalgia di casa, convocò a corte Juan al Murcì, direttore delle ceramiche di Manises a Valencia incaricandolo di creare una scuola in grado di formare artigiani “riggiolari” .
Raffaele Bracale, in linea con le teorie di Renato De Falco, fa risalire l’etimologia del termine alla mutazione linguistica del termine latino rubéola, ovvero“rossiccia”. Eppure una simile spiegazione sembra non convincere in quanto, originariamente, la riggiola non aveva l’aspetto tipico dei mattoni rossi,ma bensì era caratterizzata da policromi disegni dai colori molto vivi e sgargianti.
Francesco D’Ascoli invece, prova a far risalire il termine dallo spagnolo rejuela e rejal che, in lingua castigliana indicavano piccole inferriate e/o pila di mattoni. Di certo, sottolinea, la napoletana riggiola non ha molto da spartire con la “reggiola” dei toscani, parola utilizzata per indicare mensole ed oggetti atti a sorreggere. Sembra però che, secondo Salvatore Argenziano, in spagnolo moderno esista una parola molto simile, la “rejilla” (griglia) intesa come tecnica edilizia. Tale collegamento porta a ipotizzare che il termine possa essere ricondotto alle antiche tecniche edilizie di pavimentazione. Ma anche questa teoria sembra non essere abbastanza convincente.
Pare invece ci siano connessioni ben più profonde con l’arabo “rahal” e il suo equivalente ebraico “ra‘a” termini entrambi collegati alla parola greca “orego” il cui significato è traducibile in “dirigo in linea retta”, così come il celtico rix e il latino rex il cui significato va tradotto come “colui che guida” e “che segue la riga”.
Partendo da tali ed inaspettati assunti, si potrebbe quindi dire che la parola “riggiola” nasconde in realtà origini ben più ampie e affascinante del previsto. Depositaria di un’arcaica sapienza, il suo significato e la sua etimologia, sembrano non essere rintracciabili in un’unica radice ma bensì in una pluralità di significati mutati con l’evolversi delle società.