Le reti neurali artificiali, più spesso abbreviate in “reti neurali”, sono un comune strumento utilizzato nel campo della programmazione di intelligenze artificiali, per affrontare e possibilmente risolvere determinate categorie di problemi, che sarebbero molto più complessi o impossibili da risolvere adeguatamente attraverso strategie tradizionali. Come gli algoritmi genetici, le reti neurali appartengono anche a quella branca dell’intelligenza artificiale che ricorre a meccanismi importati dal mondo della natura, cercando di simularli in forma digitale: se gli algoritmi genetici e la programmazione genetica in generale si appoggiano alle teorie darwiniane dell’evoluzione e della sopravvivenza del più adatto, le reti neurali cercano invece di emulare il funzionamento di quella cosa che si trova dentro il nostro cranio e che ogni tanto ci ricordiamo di utilizzare. In altri termini, una rete neurale artificiale emula il funzionamento di quella rete neurale biologica che siamo soliti chiamare cervello. L’obiettivo di fondo sarebbe quello di realizzare un computer che sappia pensare e, per poterlo raggiungere, si è tentato di utilizzare l’unico modello a disposizione, ossia il cervello umano. Vista la complessità eccessiva di un cervello normale, il passaggio seguente è stato quello di semplificare al massimo il modello biologico, per ottenere qualcosa di sufficientemente primitivo da poter essere implementato con facilità e in tempi ragionevoli: così è nato Renzo Bossi. Scherzi a parte, una rete neurale artificiale si propone come rappresentazione semplificata della rete che collega i neuroni del nostro cervello e determina il nostro funzionamento. Vediamo come. I neuroni sono le cellule che compongono la base di un cervello. Ogni neurone è circondato da un reticolo di dendriti, attraverso cui riceve impulsi dagli altri neuroni a cui è collegato: quando la somma degli impulsi ricevuti supera una determinata soglia, il neurone si “accende” e invia un impulso lungo il suo assone. L’assone è una specie di coda del neurone, alla cui estremità sono collegati i dendriti di altri neuroni, attraverso le sinapsi: un impulso trasmesso lungo l’assone si trasferisce così a migliaia di altri dendriti, che a loro volta lo trasmetteranno ai rispettivi neuroni e così via. I punti importanti da ricordare, per passare alle reti neurali artificiali, sono questi: -i neuroni hanno porte di ingresso, da cui ricevono impulsi; -i neuroni hanno una soglia di attivazione; -i neuroni hanno una porta di uscita, da cui trasmettono impulsi; -i neuroni trasmettono impulsi sono quando hanno superato la propria soglia di attivazione. Per ulteriori dettagli, rivolgetevi al vostro neurologo di fiducia. Una rete neurale artificiale cerca di simulare tutto questo all’interno di un computer o, più precisamente, all’interno di un programma: il suo scopo è di processare i dati che inseriamo nella rete, filtrandoli attraverso una serie di neuroni, per arrivare a produrre un certo risultato. I cosiddetti neuroni, in questo caso, non sono ovviamente cellule ma nodi di una rete. Ogni nodo/neurone è collegato a un certo numero di nodi/neuroni, sia in entrata che in uscita. Dai collegamenti in entrata il nostro neurone riceverà un certo impulso, che corrisponde a un valore numerico: quando la somma dei valori numerici ricevuti è superiore a un determinato numero, che corrisponde alla soglia di attivazione di quel neurone, il neurone si “accende” e invia un impulso attraverso tutte le sue porte di uscita. Anche questo impulso, ovviamente, è numerico e sarà trasmesso a tutti gli altri neuroni connessi alle sue porte di uscita. Otteniamo così una struttura di questo tipo:
Le reti neurali artificiali, più spesso abbreviate in “reti neurali”, sono un comune strumento utilizzato nel campo della programmazione di intelligenze artificiali, per affrontare e possibilmente risolvere determinate categorie di problemi, che sarebbero molto più complessi o impossibili da risolvere adeguatamente attraverso strategie tradizionali. Come gli algoritmi genetici, le reti neurali appartengono anche a quella branca dell’intelligenza artificiale che ricorre a meccanismi importati dal mondo della natura, cercando di simularli in forma digitale: se gli algoritmi genetici e la programmazione genetica in generale si appoggiano alle teorie darwiniane dell’evoluzione e della sopravvivenza del più adatto, le reti neurali cercano invece di emulare il funzionamento di quella cosa che si trova dentro il nostro cranio e che ogni tanto ci ricordiamo di utilizzare. In altri termini, una rete neurale artificiale emula il funzionamento di quella rete neurale biologica che siamo soliti chiamare cervello. L’obiettivo di fondo sarebbe quello di realizzare un computer che sappia pensare e, per poterlo raggiungere, si è tentato di utilizzare l’unico modello a disposizione, ossia il cervello umano. Vista la complessità eccessiva di un cervello normale, il passaggio seguente è stato quello di semplificare al massimo il modello biologico, per ottenere qualcosa di sufficientemente primitivo da poter essere implementato con facilità e in tempi ragionevoli: così è nato Renzo Bossi. Scherzi a parte, una rete neurale artificiale si propone come rappresentazione semplificata della rete che collega i neuroni del nostro cervello e determina il nostro funzionamento. Vediamo come. I neuroni sono le cellule che compongono la base di un cervello. Ogni neurone è circondato da un reticolo di dendriti, attraverso cui riceve impulsi dagli altri neuroni a cui è collegato: quando la somma degli impulsi ricevuti supera una determinata soglia, il neurone si “accende” e invia un impulso lungo il suo assone. L’assone è una specie di coda del neurone, alla cui estremità sono collegati i dendriti di altri neuroni, attraverso le sinapsi: un impulso trasmesso lungo l’assone si trasferisce così a migliaia di altri dendriti, che a loro volta lo trasmetteranno ai rispettivi neuroni e così via. I punti importanti da ricordare, per passare alle reti neurali artificiali, sono questi: -i neuroni hanno porte di ingresso, da cui ricevono impulsi; -i neuroni hanno una soglia di attivazione; -i neuroni hanno una porta di uscita, da cui trasmettono impulsi; -i neuroni trasmettono impulsi sono quando hanno superato la propria soglia di attivazione. Per ulteriori dettagli, rivolgetevi al vostro neurologo di fiducia. Una rete neurale artificiale cerca di simulare tutto questo all’interno di un computer o, più precisamente, all’interno di un programma: il suo scopo è di processare i dati che inseriamo nella rete, filtrandoli attraverso una serie di neuroni, per arrivare a produrre un certo risultato. I cosiddetti neuroni, in questo caso, non sono ovviamente cellule ma nodi di una rete. Ogni nodo/neurone è collegato a un certo numero di nodi/neuroni, sia in entrata che in uscita. Dai collegamenti in entrata il nostro neurone riceverà un certo impulso, che corrisponde a un valore numerico: quando la somma dei valori numerici ricevuti è superiore a un determinato numero, che corrisponde alla soglia di attivazione di quel neurone, il neurone si “accende” e invia un impulso attraverso tutte le sue porte di uscita. Anche questo impulso, ovviamente, è numerico e sarà trasmesso a tutti gli altri neuroni connessi alle sue porte di uscita. Otteniamo così una struttura di questo tipo:
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