Cosa succede agli account Twitter dopo la morte?

Creato il 04 luglio 2012 da Belloweb @belloweb2

Per molti di noi, non c’è niente on line che rispecchia la nostra personalità più dei nostri account di Twitter. Le cose che facciamo, i legami che si condividono, le opinioni espresse rimangono lì in quei 140 caratteri sotto gli occhi di tutti. Ma cosa succede quando si muore?

Si ha sempre una strana sensazione quando si guarda nei profili Twitter di persone che sono morte: si leggono come epitaffi, commenti ancora “freschi” ed attivi di vite che improvvisamente e, talvolta, inaspettatamente, si concludono. Eppure sono memoriali fragili, aperti a hacker o con il rischio di essere cancellati se qualcuno riesce a convincere Twitter di concedere loro il nome utente dopo che lo stesso è stato inattivo per un certo periodo di tempo.

Ciò è stato evidenziato di recente, quando il social tecnologo Christian Payne ha bloggato la sua esperienza sulla ricezione di un tweet da un amico morto quattro anni prima. Chiaramente, l’account era stato violato ed è partito l’invio di spam, ma Payne ha approfondito l’accaduto e dopo l’episodio, ha iniziato una campagna per la protezione degli account Twitter di coloro che sono morti.


Il profilo di un defunto in genere viene mantenuto online per un paio d’anni, fino a quando qualcun altro rileva lo stesso nome dell’account Twitter. Certamente non si può biasimare il nuovo utente del profilo ma cosa succede a tutti quei tweet che erano sul precedente profilo? Sono cancellati per sempre, o accessibili solo ai ricercatori che hanno l’accesso all’archivio offline di Twitter?

Altri social network hanno già avuto episodi simili. Facebook, per esempio, permette ai membri della famiglia o amici di presentare la prova della morte di una persona per bloccare nello stato l’invio di notifiche di app e altre attività che possono essere considerate cattive e di dubbio gusto, ma permette alle persone di ricordarli attraverso i loro aggiornamenti di stato, foto e simili.

Commemorare i profili e tenerli sotto controllo sarebbe un incubo amministrativo per Twitter – dopo tutto, come si fa a dimostrare che il proprio account è stato rilevato dalla persona che pretende di rappresentare? L’attuale programma Verified Accounts avrebbe probabilmente bisogno di essere ampliato in modo significativo per fare questo lavoro. Twitter ha probabilmente poco interesse a diventare un cimitero digitale per gli utenti deceduti, ma visto come vengono utilizzati gli account di Twitter – ovvero come una vera e propria estensione della personalità, sarebbe un gesto ammirevole nei confronti degli utenti.

Forse non tutti hanno pensieri particolari o sono cercati come artisti famosi o imprenditori, ma sarebbe bello se i nostri tweets potessero rimanere intatti quando moriamo – lasciando qualcosa di noi nella memoria collettiva digitale per sempre.


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