Vi dico soltanto che questo edificio sacro si inserisce nello stile tardo-barocco insieme alle chiese di Noto, Ragusa e Modica che sono entrate a far parte del patrimonio dell’UNESCO, e proprio per questo motivo è stato richiesta l’estensione per Ispica in quanto l’intero organico architettonico comprende anche il fantastico loggiato, unico in tutto il Val di Noto, di cui vi parlavo inizialmente.
Inoltre l’intero organico di affreschi della Basilica è considerato uno dei grandi capolavori pittorici del diciottesimo secolo in Sicilia tanto che una bozza del quadro centrale raffigurante il nuovo e il vecchio testamento è presente al Louvre di Parigi.
UN PO’ DI STORIA
Santa Maria Maggiore è una chiesa di Ispica costruita dopo il terribile terremoto del 1693 che sconvolse la Sicilia orientale.
All’epoca si sentì il bisogno di un luogo dove ospitare il simulacro del Santissimo Cristo alla Colonna, miracolosamente scampato alla distruzione della vecchia chiesetta presente alla Cava Ispica. Con gli anni l’edificio iniziò ad ampliarsi.
La consacrazione avvenne l’11 marzo 1725. Ma nel 1727 un altro sisma fece cadere la navata destra, tutto il tetto e parte della cupola e i lavori ripresero continuando per altri trent’anni, dove nel frattempo si curava l’ornamento della chiesa e l’esterno.
L’interno è a croce latina a tre navate divise da pilastri, comprendente quattro cappelle.
Il Marchese di Ispica Francesco Saverio Statella decise di dare l’incarico di dipingere l’intera chiesa con immagini del nuovo e dell’antico testamento ad uno dei pittori di spicco del settecento in Sicilia, il pittore Olivio Sozzi. Egli non terminò l’opera in quanto morì nel 1765 cadendo da un’impalcatura allestita nella cappella dell’Assunta.
Il 19 giugno 1763 la chiesa fu consacrata dal Vescovo quale unica basilica del Comune. Nel 1768 Vito D’Anna dipinse il quadro oggi presente nell’altare maggiore.
Grazie all’insieme di pitture e affreschi, considerati importanti per la storia della pittura in Sicilia, il 24 febbraio 1908 la Basilica fu eretta a Monumento Nazionale.
La facciata della chiesa è semplice e lineare con capitelli ionici e corinzi. Al centro troviamo un finestrone architravato dove è rappresentato su vetro il Santissimo Cristo alla Colonna, mentre ai lati svettano due statue, ormai erose dal tempo, raffiguranti San Gregorio e Santa Rosalia.
Al di sopra del portone centrale è presente un grande stemma con la dicitura in latino “De Basilicis haec una est” (questa è una delle basiliche). La torre campanaria fu eretta nei primi del settecento e vi fu collocata una grande campana ricavata dalla fusione degli ori dei fedeli.
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