"Cosa voglio di più" è una domanda senza punto interrogativo, è un'affermazione sbagliata, un paradosso linguistico che esprime bene ciò che anima i personaggi di questo film.
Anna (Alba Rohrwacher) è una giovane impiegata che tradisce il non bello ma buon Alessio (Giuseppe Battiston) con lo sconosciuto Stefano (Pierfrancesco Favino), emigrato calabrese che da anni vive a Milano dove ha una moglie (Teresa Saponangelo), due bambine e un lavoro da pochi soldi in un servizio catering.
Nel loro incontro non vi è particolare poesia, i motivi che li portano a tradire non hanno ragioni particolari, quello che vogliono di più non lo sanno e nemmeno se lo riescono a chiedere. Si incrociano, poi casualmente si rivedono, si guardano negli occhi, vedono la possibile attrazione sessuale e la realizzano.
Il contesto sociale in cui vivono, la Milano di oggi in piena crisi economica, viene introdotto con pochi ma significativi elementi e viene poi lasciato al fuoricampo o ai contorni sfuocati dal teleobbiettivo. Al centro dell’immagine restano le azioni dei protagonisti, che mossi da un irresistibile impulso erotico non trovano il tempo di riflettere sugli effetti negativi dei loro continui e furtivi incontri.
Anche il montaggio è in sintonia col tempo veloce dell’istinto e mai con quello disteso della coscienza: i due amanti fanno un viaggio in Tunisia, Anna guarda dal balcone, una delle poche ebrevisoggettive del film, poi forse una risoluzione. Soldini sembra dirci che per raccontare la quotidianità contemporanea il linguaggio più "vero" è diventato quello commerciale, dove i pochi secondi dell’inquadratura riflettono quei pochi spesi dal personaggio per pensare.