Due ore e dieci di pellicola dove non accade poi molto. Un tradimento, uno dei tanti, con un motel fuori città dal pagamento anticipato. Hai tutto, in fondo "cosa voglio di più?" Eppure qualcosa manca e ti chiedi come mai nonostante un rapporto di coppia sia felice, pensi ad un altro. In un paese in cui la crisi economica non è solo ‘mediatica’, come qualcuno cerca di farci credere, Silvio Soldini porta in scena un'Italia che difficilmente riesce ad arrivare alla fine del mese, quella dei fidi bancari, dei conti in rosso, quella dei mutui ventennali, quella della monotona vita coniugale, con i figli che creano disastri e stress, con relazioni extraconiugali ("Ci siamo passati tutti") e le bugie per evadere e sentirsi un pò vivi.
Dopo il realismo verghiano de L'uomo che verrà, un'inedita versione della bravissima Alba Rohrwacher, alias Anna, che sembra essere felice, con un modesto impiego fisso, un bonario marito affettuoso, gentile, premuroso, stralunato coniuge aggiusta-tutto, che poi tradisce ("Passino gli straordinari il venerdì, ma il sabato no eh!"). Lui proprio non vuole vederlo questo tradimento e concede del tempo, per riflettere bene, alla propria partner ("Un santo"). Nella vita di Anna, infatti, entrerà Domenico (Pierfrancesco Favino), sposato e con due figli piccoli da mantenere. Sarà violenta passione fisica e sessuale vissuta ogni mercoledì (Anna: Tu quando potresti? Domenico: Il mercoledì avrei la piscina)fino ad arrivare ad un sentimento ("Mi piace la tua faccia quando vieni"). Ma poi come ogni amore che si rispetti le ore in motel a fare sesso, gli sms inviati di nascosto, gli appostamenti fugaci per vedersi non basteranno più. Come potersi concedere un amore clandestino, quando quattro ore, 50 euro, è il prezzo di una stanza di un motel della provincia italiana?
Un film attuale e realistico, non entusiasma e appassiona, ma coinvolgente perchè riguarda tutti.