Correva (affaticato) l'anno 1903.
Un giovane allievo dell'accademia militare di Wiener Neustadt, Franz Xaver Kappus, scrive a colui che sarà
considerato il più importante poeta tedesco del '900, Rainer Maria Rilke, la prima di una una serie di lettere, chiedendo al grande poeta un giudizio sulle sue opere e un consiglio sulla sua passione per la scrittura.
Rilke, allora ventottenne, risponderà così:
....Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere;
verifichi se esso protenda le radici nel punto più profondo del suo cuore;
confessi a se stesso: morirebbe, se le fosse negato di scrivere?
Questo soprattutto: si domandi, nell’ora più quieta della sua notte: devo scrivere?
Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta.
E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice “io devo” questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità.
La sua vita, fin dentro la sua ora più indifferente e misera, deve farsi insegna e testimone di questa urgenza.
Allora si avvicini alla natura.
Allora cerchi, come un primo uomo, di dire ciò che vede e vive e ama e perde.
Non scriva poesia d’amore;
eviti dapprima quelle forme che sono troppo correnti e comuni: sono le più difficili, poichè serve una forza grande e già matura per dare un proprio contributo dove sono in abbondanza tradizioni buone e in parte ottime.
Perciò rifugga dai motivi più diffusi verso quelli che le offre il suo stesso quotidiano;
descriva le sue tristezze e aspirazioni, i pensieri effimeri e la fede in una bellezza qualunque;
descriva tutto questo con intima, sommessa, umile sincerità, e usi, per esprimersi, le cose che le stanno intorno, le immagini dei suoi sogni e gli oggetti del suo ricordo.
(Brano estratto da Lettere a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke)
Perchè vi parlo di questo? Per ora solo una risposta per immagini. In futuro qualche notizia.
Il Glifo di Wiener Neustadt