Bene, comprare un cappotto di questi tempi non è cosa semplice.
Perché i cappotti serve che siano fatti bene, serve che tengano caldo, serve che abbiano un taglio classico-moderno-contemporaneo-trendy-particolare-minimal. Insomma tutto e niente.Perché, almeno per me, i cappotti non li cambio ogni stagione. Di solito li consumo, li faccio rifoderare, li faccio rammendare. Se mi innamoro di un cappotto lo metto fino alla nausea.E infatti, quel cappotto rosa che ho messo all'università, dio solo sa quanto l'ho amato.A pensarci adesso mi chiedo come ho fatto ad indossare qualcosa che mi facesse sembrare un marshmallow, ma ricordo che quando l'ho visto in negozio mi sono COMMOSSA. Un cappotto rosa! Rosa! Rosa! Rosa!E per me era il cappotto della festa, quindi al primo anno non lo potevo nemmeno portare con me a lezione ma solo nei week-end di festa a casa. E quando ripartivo da casa dei miei per tornare alla Città Universitaria, lo abbracciavo e gli davo un bacino e gli sussurravo “torno presto”. Parlando di tempi più recenti invece, come si intuisce, sono una devota del culto del cappotto: contraria a qualsiasi forma di piumino esistente che piuttosto che imbacuccarmi in un giubbotto -puah- tecnico di piume, preferisco farmi amputare le estremità.Questo però non mi ha impedito di farmene acquistare uno, più che altro sfinita dalle continue pressioni genitoriali (“Fa freddo a Milano! Comprati un piumino! Fa freddo a Milano! Comprati un piumino!”), che però indosso solo nei giorni della merla e se ho la disgrazia di trascorrere qualche giorno in montagna.Tutto il resto dell'inverno che mi metto? Eh.Continua...