Domenica scorsa è uscito l’inserto “La Lettura” del Corriere della Sera.
E io ho fatto una cosa straordinaria!!!
Ho comprato il giornale.
Esatto.
Il cartaceo.
Non so bene il perché. Mi ero messa erroneamente in testa che non ne avrebbero fatto una copia digitale.
Buongiorno. Il Corriere per favore. Con l’inserto mi raccomando.
Pago e vado.
Wow. Anna Scolari che passeggia con in mano il giornale.
Automaticamente ho assunto un portamento altero.
Quello delle donne impegnate!
Omamma. Ma come mai?
Ahiahiai. Forse era proprio troppo tempo che questo non accadeva.
E poi era la giornata Austerity (così la chiamavamo noi ai tempi). Quella dove non possono circolare le macchine.
E quindi mi sono pure messa a passeggiare e anche un po’ in mezzo alla strada.
Di una Milano silenziosa. Di quel silenzio che ti rallegra e ti fa venir voglia di salutare tutti.
E poi, scevra di borse, borsine, borsette e pacchetti, mi sono anche messa a leggerlo.
Ma vi giuro… Non prendetemi per pazza. E’ stato bellissimo toccare la carta scricchiolosa.
Cercando però di tenere allineate le pagine per non far di quello scritto un garbuglio.
Sì perché i fogli volano via. Almeno a me.
Insomma devo dire che mi sono stupita di me stessa. Se io che leggo tutto virtuale soltanto da un annetto, ho provato questa sensazione… Beh… Chissà che succederà fra un po’.
In ogni caso mi sono goduta il momento.
E’ stato piacevole. La carta entrava dentro di me. Faceva parte del mio look. E forse prendevano forma fisica anche le parole.
Mentre leggevo, tra un foglio che cadeva e i saluti immaginari che lanciavo a destra e a manca, toccavo le pagine con le mani.
Belle. Il dito voleva proprio anche seguire le parole.
Adesso la rivista è qui. Accanto a me, buttata sul letto. E più vissuta. Un po’ stropicciata. Ha una sua identità.
Ecco la parola giusta. L’identità. Il virtuale dopo un po’ ti fa entrare in un mondo dove i cambiamenti sono troppo veloci e le cose perdono il loro valore storico.
Il mio inserto qui vicino a me invece ha una sua vita.
Tutte le innumerevoli pagine da me lette on line in questi anni invece svolazzano in posti sconosciuti della mia mente. Non si logorano. Ed escono dalla realtà. Non hanno sapore. Non diventano mai di proprietà.
Il cartaceo, che è fisico, che è oggetto, materia… vive. Il fatto di essere stato toccato, aperto, richiuso, piegato e poi messo in un posto dove ancora lo si può vedere, gli dà personalità. Diventa parte della nostra vita. A prescindere!
Beh... Cose da pazzi!!
Ciaoooo
Anna Scolari
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