Cose da salvare in caso di incendio (Haley Tanner)

Creato il 18 gennaio 2012 da Dida

Il titolo evocativo, l'odiosa fascetta e le recensioni entusiaste riportate in quarta di copertina, il book trailer ammaliante e la descrizione dell'intensa, triste e romantica vita dell'autrice, sono stati un vero e proprio specchietto per le allodole. Cose da salvare in caso incendio, di Haley Tanner, aveva tutti gli ingredienti del romanzo di successo, ma si è rivelato decisamente troppo gonfiato. A partire dal titolo, l'originale Vaclav & Lena sarebbe risultato molto meno accattivante, tutto nella presentazione di questo romanzo ci mostra un enorme potenziale che, ahimè, non viene minimamente sfruttato. La storia è di quelle che, se sviluppate bene, fanno sognare. Vaclav è un bambino intelligente e sensibile ed ha un grande sogno: diventare mago come Houdini. Lena è anch'essa una bambina intelligente e sensibile, ma è incapace di mostrarlo al mondo a causa dei primi ed oscuri anni di vita. Insieme Valcav e Lena cercano di scoprire il mondo che li circonda, quel nuovo mondo dove i genitori, di entrambi russi, li hanno portati per sfuggire all'orrore della loro terra di origine. Ma un giorno il burrascoso passato di Lena e il suo oscuro presente la porteranno ad allontanarsi da Vaclav e a sparire come in un numero di magia. Da qui il racconto dell'adolescenza dei due protagonisti e delle loro vite separate. Quello che mi sento di dire in merito a questo romanzo è innanzitutto che, secondo il mio punto di vista, andava sviluppata meglio la seconda parte, quella che vede Vaclav e Lena adolescenti e separati. I flashback sulla loro infanzia sono sufficienti a raccontare il loro passato. Il centinaio di pagine precedenti sono ripetitive e monotone. Inoltre durante la narrazione vengono accennate una serie di storie che l'autrice non approfondisce e più per inesperienza sembra che non lo faccia per pigrizia. Sono troppi i punti interrogativi che non verranno mai sciolti, che vengono inseriti perché rappresentano i tipici leitmotiv da romanzo d'ombrellone. Perché il padre di Vaclav è disilluso e si ridotto ad essere un ubriacone? Perché la madre severa, ma in fondo tenera, continua a star con lui se pensa continuamente a lasciarlo?La storia della zia sbandata di Lena e le difficoltà della bambina, sfortunata, ma intelligente che però, non sapendolo dimostrare, viene ritenuta dagli insegnati incapace di apprendere, sono infine ridotte a storielle da romanzetto rosa. Tutto  viene solo accennato, come se dovesse star lì perché il genere lo richiede e non perché ci fosse un'effettiva voglia dell'autrice di sviluppare quelle storie. Il finale, poi, che avrebbe dovuto tirare le somme sulle vite appena accennate di tutti i personaggi,è talmente fulmineo e sbrigativo che lascia decisamente sbigottiti. La maggior parte dei personaggi rimarrà un mistero per il lettore e i protagonisti come li ha incontrati così li lascia non crescono, non si evolvono, non dicono nulla di nuovo. La cosa che più mi ha lasciato basita, infine, è la sintassi sciatta ed elementare, ma soprattutto lo scimmiottamento della parlata degli immigrati russi in America. Sembrava di trovarsi di fronte a quei B movie dove i personaggi sono tutte macchiette e rappresentano i tipici stereotipi della società che ci circonda. E' pure vero che si tratta di un esordio, ma un libro del genere non l'avrei pubblicato con così tanto clamore e soprattutto non l'avrei proposto alla modica cifra di 16 euro. Fatemi sapere cosa ne pensate se l'avete letto.Alla prossima.Diana 


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