Più si viaggia più si impara. In particolare si impara a sfatare i luoghi comuni, come quello che vuole le isole greche un unico tripudio di casette bianche, ristorantini con i tavoli blu, sirtaki nell'aria e caprette che brucano erbetta rinsecchita. Tutto falso, se non forse per le caprette.
O meglio: su alcune isole è così e spesso è ciò che uno finisce per trovare, specialmente sulle isole ad alta concentrazione di turisti, dove i ristoranti imbiancati a calce, con la buganvillea, i tavoli e le sedie azzurre sono immancabili (li stessi che trovi ritratti su ogni magnete in vendita su ogni isola) . Ma non è così ovunque.
In fondo vale la pena ricordarsi che con il generico nome di "isole greche" ci si riferisce in realtà a 6.000 isole, suddivise in 9 arcipelaghi, la maggior parte delle quali semi-sconosciute (per fortuna). Insomma, ogni isola è a sé, ognuna ha una sua storia, un suo carattere, una sua cultura, un suo aspetto. Meglio arrivarci a occhi e mente sgombri, liberi da condizionamenti e confronti con altre isole già viste.
Sono tornata da poco da Cefalonia, nelle isole Ionie, e posso dirlo: Cefalonia è strana. Non è di sicuro l'isola greca che uno si aspetta di trovare. Di casette imbiancate a calce ne ho viste poche (ma in compenso ci sono tante casette colorate di ispirazione veneziana), la vegetazione è a tratti brulla e impervia, ma anche ricca di boschi e vigne, e le montagne svettano austere. Cefalonia è seriosa, aspra nell'aspetto ma non nelle persone (che io ho trovato molto ma molto ospitali), e appena arrivata quel monte Einos che svetta dall'alto dei suoi 1.600 metri (un'altezza considerevole per essere su un'isola!) mi faceva soggezione.
Cefalonia è molto estesa, è la maggiore delle isole Ionie e per percorrerla tutta da nord a sud ci voglio anche più di 3 ore. I due terremoti che nel 2014 l'hanno sconquassata hanno danneggiato la strada principale che collega Myrtos ad Assos e per spingersi nel nord dell'isola si deve percorrere una strada alternativa, molto più lunga, che passa attraverso sperduti paeselli di montagna (spesso avvolti nella nebbia) e passi quasi alpini (giuro che in più di un'occasione mi è sembrato di essere lungo la strada per lo Stelvio!).
La mitica spiaggia di Myrtos vista dall'alto
Se contate di muovervi in lungo e in largo sull'isola è d'obbligo quindi noleggiare una macchina anziché uno scooter: oltre alle distanze da coprire che possono essere considerevoli, il manto stradale di alcune strade non è in condizioni ottimali: è irregolare, pieno di buche e molto scivoloso quando piove. Inoltre le strade sono spesso tortuose, in salita (preparatevi a fare tanti tornanti) e nei villaggi spesso strette. Insomma: bisogna saper guidare bene.Il porticciolo di Agia Efimia |
Cefalonia ha pochi siti archeologici. La sua storia più antica, i suoi edifici di epoca veneziana (dal XVI alla fine del XIX secolo fu sotto il dominio della Repubblica di Venezia) sono stati quasi del tutto distrutti dal terribile terremoto del 1953, che rase al suolo interi villaggi e costrinse molti abitanti alla fuga. Chi vuole concedersi qualche escursione culturale oltre alla vita da spiaggia molto probabilmente resterà quindi deluso. A parte qualche sparuta rovina, come quelle dell'antica Sami o del Castello di San Giorgio, e un paio di musei, come quello Archeologico e del Folklore ad Argostoli, c'è davvero poco altro.
Per noi italiani Cefalonia è però legata a un atroce fatto storico: quello della strage della Divisione Aqui, di base sull'isola dal 1940 e falciata dalla rappresaglia nazista all'indomani dell'Armistizio del '43. Non lontano dal faro di Argostoli, su una collinetta, un monumento ricorda le vittime della strage (che alcuni dicono siano stati addirittura 10.000). Penso che per noi italiani una visita sia d'obbligo. Per non dimenticare. Basta anche solo qualche minuto, in silenzio. L'esperienza è toccante ma significativa.
Cefalonia è un'isola tranquilla, dove non si va per fare vita notturna. La capitale dell'isola, Argostoli, è il posto più animato. Lungo il viale pedonale del Lithostrotou e piazza Vallianou si concentrano molti negozi, ristoranti, bar e locali, ma nulla di troppo movimentato. Cefalonia è per i veri amanti del mare, per chi ama le spiagge selvagge, la natura e la pace.
Il colorato porto di Fiskardo
Se amate la natura a Cefalonia troverete pane per i vostri denti: nell'entroterra ci sono vari sentieri segnati per il trekking oltre ai sentieri che portano sulla vetta del monte Einos. Se siete fortunati nei boschi intorno al monte potete vedere anche cavalli selvatici (sì, avete capito bene, vivono allo stato brado). In più, basta andare tutte le mattine al porto di Argostoli per fare dei piacevoli incontri: quelli con le tartarughe caretta-caretta, che si concentrano intorno alle barche dei pescatori e aspettano di ricevere qualche boccone di pesce. Alcune spiagge dell'isola, come Mounda e Koroni (entrambe a sud) sono monitorate e salvaguardate perché luoghi di nidificazione delle tartarughe.L'incontro con le tartarughe al porto di Argostoli
E veniamo al dulcis in fundo: Cefalonia ha un mare bellissimo e spiagge per tutti i gusti, attrezzate e non, di sabbia e di ciottoli, dal fondale basso o molto profondo, sparse un po' per tutta l'isola. Rispetto ad alcune isole in cui le spiagge si concentrano solo in zone limitate, a Cefalonia ci sono spiagge bellissime sia a nord sia a sud, a est come a ovest. Myrtos Beach è la più famosa (impossibile non essere presi dalla voglia di fotografarla dall'alto), Antisamos non è da meno (qui sono state girate alcune scene del film Il mandolino del Capitano Corelli), ma ce ne sono anche molte altre, alcune sperdute tra le scogliere e raggiungibili attraverso tornanti di strada sterrata (come Platia Amos, Petani o Koroni Beach), o attraverso il bosco (come Dafnoudi), altre a due passi dal litorale, sabbia dorata, ciottoli bianchi o anche di sabbia rossa (la bellissima Xi Beach).Koroni Beach
Le mie preferite? Ve lo racconto nel prossimo post, che voglio dedicare interamente alle bellissime spiagge di Cefalonia.