Intendiamoci, l'argomento-immigrati non è certo una novità, per non dire che è abbastanza inflazionato: solo qui a Venezia, per dire, stanno per arrivare Terraferma di Crialese e Il villaggio di cartone di Olmi. Il film di Patierno però ha una sua peculiarità: ne parla in modo grottesco, sarcastico, immaginando che un lembo d'Italia (in questo caso, l'opulento nordest) venga improvvisamente abbandonato da tutti gli abitanti extracomunitari, stanchi della deriva razzista imposta dalla popolazione, dai politici locali e da certi tele-imbonitori proprietari di canali televisivi (vi dice niente questo?). La logica conseguenza è che tutte le attività si fermano, paralizzate dalla mancanza di manodopera e dalla scarsa propensione della popolazione autoctona a svolgere certi tipi di lavori...
Ora, come si vede lo spunto di partenza è anche interessante: un film comico su un problema decisamente reale, trattato con ironia e irriverenza. E' evidente che il successo di Benvenuti al Sud ha fatto velocemente scuola: anche Cose dell'altro mondo parte infatti dallo stesso assunto: far ridere 'amaramente' sugli atroci vizi italici, in questo lo strisciante razzismo che gravita in certe zone del paese ad alta concentrazione leghista.
Una pellicola, insomma, di una banalità sconcertante e di una 'comicità' talmente piatta che rischia addirittura di ottenere, involontariamente, l'esatto contrario delle intenzioni di partenza: quello di passare, cioè, come un film sottilmente razzista e abbastanza paternalistico e sufficiente nei confronti degli extracomunitari. Oltre a generare il sospetto, nemmeno troppo velato, che tutte le polemiche create 'ad arte' dai politici e politicanti di parte leghista siano state, come troppe volte accade, nient'altro che una campagna pubblicitaria scontata e gratuita. Ad ogni modo, un'ennesima occasione perduta.
VOTO: *