cose importanti

Creato il 04 settembre 2013 da Gaia

Innanzitutto, la cosa più urgente: ho bisogno di una mano per la pubblicazione del mio romanzo. Non voglio far sentire nessuno moralmente obbligato a sostenermi, né amico, né lettore, però voglio che si capisca che per me è una cosa importante. È importante per capire quanto vale per le persone quello che scrivo, quanto vale il sostegno che ricevo a parole, quanto valgono le mie idee anti-gerarchiche nella scelta e distribuzione della cultura. I romanzi, le poesie, il blog, l’attivismo, per me sono tutti lati della stessa cosa. Ognuno può condividere o meno quello che faccio in ciascun campo diverso, ma io intendo un filo conduttore tra tutte queste cose. Se la società non dà valore (anche economico) a quello che faccio, io continuerò a farlo ma in modo diverso e ridotto, perché ho anche un sostentamento fisico a cui pensare. Questa del crowdfunding e dell’uscita del prossimo romanzo per me è la prova finale, per capire se posso andare avanti così, se ci sono persone che vogliono che io vada avanti così, o se devo cambiare strada e fare altro.

Questa prima cosa è davvero importante per me. L’altra cosa che volevo dire, anch’essa importante, è: venite sabato a manifestare contro il Parcheggio di Piazza Primo Maggio. Sto imparando un sacco di cose in questi giorni di presidio, sulla partecipazione, sui media, e soprattutto su come agiscono partiti e associazioni, per lo meno qui (in buona parte vivendo nella paura di chi è più forte di loro – o percepito come tale). Forse vi racconterò meglio quando ordinerò le idee. Le tattiche, le bugie, i distinguo, la sopravvivenza politica come fine e non come mezzo… vedo succedere cose davvero interessanti.

Un’altra cosa che voglio dire è che io osservo gli ambientalisti e mi perplimo sempre per le incoerenze tra principi conclamati e comportamenti concreti. Vedo tanta gente che fa così. Manifesta, si arrabbia, teorizza, però poi ha lo smartphone, va in macchina, beve in bicchieri di plastica non riutilizzabili, mangia tanta carne, oppure fuma, oppure scorrazza per il mondo in aereo oppure ha due case (oppure fa tre figli). Quasi ognuna di queste cose, dato lo stato attuale del pianeta, già di per sé è insostenibile – senza neanche bisogno di essere accompagnata alle altre. Io non voglio parlare da autorità morale, perché so che è irritante, e questo è quasi l’unico motivo per cui non voglio farlo, perché io davvero nella mia vita di tutti i giorni ci provo ad avere un’impronta ecologica piccola, a non cambiare il cellulare se quello vecchio funziona, a non salire sulle macchine, a mangiare sostenibile, a limitare i vizi e a viaggiare poco e in modi ecologici. Ecco un articolo, ma c’è tanto da dire, sul fatto di cambiare cellulare in continuazione. Cavolo, se solo ci penso mi meraviglio ancora come se non riuscissi ad abituarmi. Ambientalisti, attivisti di sinistra e autoproclamate vittime della crisi con cellulari di ultima generazione (che tra l’altro vanno ricaricati ogni giorno).

E poi, se vivessimo vite a minore impatto ambientale, tante delle nostre battaglie diventerebbero non necessarie. Ma la nostra società funziona così: crea lavoro e poi crea altro lavoro per riparare ai danni creati dal lavoro di prima (vale nell’ambiente, nella salute, nella burocrazia). Spesso staremmo meglio stando semplicemente fermi, ma allora devi giustificare a qualcuno il fatto che stai fermo, come se fossi un parassita o un inetto. Meglio stare fermi che fare danni, dico io.

A proposito di ambientalismo, tempo fa ho letto un libro davvero affascinante di un giornalista americano, Alan Weisman, dal titolo Il mondo senza di noi. Ora scopro che ne ha scritto un altro, in cui tratta il problema della sovrappopolazione. Qui un’intervista, di nuovo mi scuso per il fatto che sia in inglese, ma è molto interessante anche per gli esempi che cita da paesi diversissimi tra loro. L’unico difetto è che in alcuni punti è ancora antropocentrico, e parla di ecosistemi e specie dicendo che sono necessari ‘per noi’, non che hanno un valore intrinseco. Temo anche che si sbagli su Singapore: contrariamente a quanto dice lui io leggo che vogliono aumentare la loro popolazione. Io ho vissuto a Singapore. Mi chiedo dove pensino di mettere gente in più. Mi chiedo anche un’altra cosa: se l’idea di ignorare i limiti sia un’idea occidentale che ha contagiato il mondo, e come mai società che hanno assolutamente bisogno di limitare i propri numeri non lo fanno, e magari secoli fa lo facevano (per esempio, a quanto ho letto nel libro Collaso di Diamond, nelle isole della Polinesia). È davvero una vittoria mondiale del capitalismo e della crescita a tutti i costi, sono le religioni monoteiste, cos’è?

Ringrazio, come sempre, chi ha letto fin qui, e ringrazio in anticipo chi mi darà una mano a pubblicare.


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