Così i campioni di Marte potrebbero arrivare sulla Terra by ESA

Creato il 30 ottobre 2013 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Credit: ESA-Anneke Le Floc’h

Si presenta come un semplice contenitore sferico ma in realtà potrebbe conservare al suo interno un carico prezioso: i campioni di Marte.

Una missione in grado di riportare a Terra campioni del Pianeta Rosso è uno dei sogni del cassetto più impegnativi di molte Agenzia Spaziali Internazionali e probabilmente grazie a future collaborazioni, diventerà realtà.

La NASA aveva anticipato una panoramica del programma con una teleconferenza trasmessa i primi di luglio (trovate un dettagliato report in questo post: NASA OBIETTIVO MARTE: NEL 2020 UN ROVER DI NUOVA GENERAZIONE CERCHERÀ TRACCE DI VITA).

Uno dei punti più critici dell'impresa, sarebbe proprio la conservazione dei campioni fino al ritorno a Terra.
Nel mese di gennaio 2013, la NASA aveva affidato ad una squadra composta da 19 membri, tra scienziati ed ingegneri provenienti da vari enti di ricerca, il compito di delineare gli obiettivi della missione.
Il documento di valutazione prevede la raccolta di ben 31 campioni (carotaggi) di suolo e rocce marziane.
I laboratori del rover dovrebbero effettuare una serie di analisi scientifiche preliminari per vagliare i campioni e scegliere quali riportare sulla Terra nei nostri laboratori ma quelli selezionati, dovrebbero rimanere inalterati fino al termine della missione, la cui durata prevista è di almeno 1 anno.

Un robusto contenitore multifunzionale per campioni è, quindi, un anello fondamentale della lunga catena necessarie a realizzare una missione di successo.

D'altra parte, dalle Viking a Curiosity, sappiamo bene quanto sia difficile mantenere un campione incontaminato e, finora, le analisi hanno spesso fornito dati piuttosto controversi (SU MARTE UNA CHIMICA COMPLESSA: GLI ATTESI RISULTATI DEL SAM, PRESENTATI ALL'AGU - NASA CURIOSITY: IL SUOLO DI MARTE CONTIENE MOLECOLE D'ACQUA... MA NON È UNA NOVITÀ!).
Il problema della contaminazione da un pianeta all'altro rimane una minaccia.

L'Agenzia Spaziale Europea ESA è passata ai fatti ed ha realizzato un primo prototipo: una sfera di 23 centimetri di diametro, con un peso di 5 chilogrammi, capace di mantenere i campioni marziani in ottime condizioni al di sotto -10 ° C durante tutto il loro lungo viaggio di ritorno verso la Terra.

In questo design, il contenitore è in grado di ospitare 11 recipienti sigillati, di cui uno riservato per un campione di aria marziana.

Il piano prevede che, una volta riempito, il contenitore, dotato di trasmettitore, viene lanciato in orbita marziana dove un veicolo spaziale lo catturerebbe per riportarlo a Terra.
Durante il viaggio verrebbe racchiuso a sua volta in un altro grande box bio-sigillato per garantire un perfetto contenimento di qualsiasi materiale marziano.

"Anche se la possibilità che i campioni contengano vita aliena è molto remota, dobbiamo rispettare rigorosi protocolli di protezione planetaria per non metterli in contatto con la biosfera della Terra", ha spiegato Benoit Laine dell'ESA che ha curato il progetto contenitore.

"In effetti, la tecnologia del paracadute (per il rientro) non è abbastanza affidabile, il che significa che il contenitore deve essere in grado di sopportare un atterraggio di fortuna senza paracadute".

"Il design della missione, pertanto, non comprende alcun paracadute e la capsula cade letteralmente da Marte sulla Terra".

Quindi, il prototipo è già stato progettato per un atterraggio di fortuna e i test hanno dimostrato la sua capacità di resistere a forze almeno 400 volte superiori alla forza di gravità.

"Questo progetto impegnativo è stato elaborato grazie alle competenze di più specialisti dell'ESA", ha aggiunto Benoit.