Quanto accaduto nei giorni scorsi non si riferisce ad una semplice pioggia, ma a un vero e proprio nubifragio che ha messo in ginocchio tre delle cinque province calabresi.
Il fenomeno meteorologico ha avuto origine in Sicilia e si è spostato, così, verso la Calabria continuando verso est, in direzione di Basilicata e Puglia. Tale frangente ha colto totalmente impreparati i Comuni coinvolti che, nonostante sia ben noto che la Calabria abbia un territorio precario, non hanno adottato alcun piano di emergenza per provare a contrastare tale calamità. Così, mentre la Nazione intera era troppo concentrata sulle tragedie accadute in Sardegna, (a tutte le vittime e alle loro famiglie va il nostro cordoglio), la Calabria sprofondava sotto una pioggia incessante, con precipitazioni dai 100 mm ai 200 mm nell’arco di appena 24 ore.
Paura e danni anche sul versante Jonico cosentino, a Rossano, dove è stata registrata una violenta tromba d’aria e nel Comune di Pagliarelle, in provincia di Crotone che, secondo i dati forniti dall’Arpacal, l’agenzia per la protezione dell’ambiente, è stata la località più colpita con una precipitazione pari a 206 mm. Situazione critica anche nelle Serre Vibonesi, nel Comune di Serra San Bruno le strade principali erano completamente allagate, obbligando anche la chiusura delle scuole.
La Regione Calabria, attraverso la vicepresidente della Giunta, Antonella Stasi, ha avanzato al capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, la richiesta del riconoscimento dello stato di calamità naturale per le zone colpite dal violento nubifragio: “L’elenco dei danni e quello degli interventi da effettuare in emergenza – ha dichiarato Stasi - saranno necessari per avviare l’istruttoria e attivare i provvedimenti di competenza. Sull’entità dei danni non ci sono ancora cifre, ma abbiamo chiesto agli enti locali interessati di fare una stima dei danni riportati. Le Province dovranno fare da coordinamento e raccolta dei dati. La dichiarazione di emergenza porta con sè una serie di problemi di tenuta dei conti nei bilanci di Comuni e Province pertanto – ha concluso – sarebbe indispensabile una deroga al patto di stabilità se veramente si vuole permettere agli enti locali di operare per ristabilire le condizioni di sicurezza”.