“Così, per dire”. Una rubrica sulle espressioni popolari napoletane

Creato il 20 novembre 2014 da Vesuviolive

Abbiamo scritto di leggende, storie popolari e anche di fantasmi per parlarvi di tutti gli aspetti che sono nati con il tempo e con la storia. Non è per dire la solita frase celebrativa su Napoli, è proprio per dimostrare che anche nei modi di dire, nei proverbi e nelle espressioni popolari più veraci che nasce Napoli come concetto.

L’influsso di più popolazioni e di genti diverse, di passaggio, di conquista e di dominio hanno lasciato negli intercalari, nelle singole parole dialettali i loro influssi storici. Non solo storici, un’espressione popolare napoletana può derivare anche da tradizioni religiose, dal modo scaramantico che hanno i napoletani di identificare un oggetto e dal loro modo di intendere le cose.

Quindi la “scalogna”, ossia la jella, deriverà dallo scalogno, un alimento molto diffuso tra i poveri e quindi “portatore” di povertà e disgrazia, così come a jacuvell deriverà dallo “Jacque“ del teatro comico francese, a’buatta dalla pronuncia del termine francese “boit”, a “sciantosa” dal francese chanteuse e tanti altri termini che sono oramai insiti nella nostra bella lingua, patrimonio dell’Unesco, perché diffusa in Italia e nel mondo ma prima ancora perché portatrice e conservatrice eterna dei modi di vita, dei gusti popolari, dei personaggi storici e del teatro comico di strada, protagonisti del tempo e nel tempo a Napoli.

Di seguito e sempre in aggiornamento le espressioni popolari partenopee e dialettali più diffuse.

“Alla sanfasò”
“L’urdemo lampione e Forirotta”
- “Pariare”
- “Jì truvanno a Cristo dint’e lupine”
- “Portare scarogna”
- “A nacchenella”
- “Avimm perdut a Felippo e o’panaro”
- “A neve dint’a’sacca”
- “O’Fareniello”
- “‘A riggiola”
- “Liscebusso”
- “Lo scugnizzo”
- “Vico Scassacocchi”
– “Va a vasà ‘o pesce ‘e San Rafele”
– “Nun mettere o’ pepe ‘nculo a zoccola”
- Perché in napoletano “sabbia si dice “rena”?
- “Bbuò tras’ inta a scazzetta?”
- “Il chiachiello”
- “La piritera”
- “Fatte bendicere da nu’ prevete ricchione”
- “Azz…”


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