Ma non è di vino che voglio scrivere oggi. Il fatto è che il mio vecchio compagno di merende, con cui ieri sera abbiamo spazzolato la mia cantina, ad un certo punto è entrato a gamba tesa sul post precedente, quello che annunciava con una certa dose di scoramento la prossima riunione del Comitato Centrale dei Cosimi. Il mio compagno – compagno di trincee politiche, compagno di trincee alcoliche e compagno di trincee femminili - è tante cose insieme. E soprattutto è un colto e raffinato intellettuale di montagna. Ma è anche uno che conosce bene i corridoi, i sottoscala, i tic e le stanze centrali del potere trentino. Comunque, ad un certo punto ieri sera, mentre cercavo di spiegargli le ragioni oggettive che potrebbero indurre i Cosimi ad alzare bandiera bianca e a mandare tutti, e tutto, affanculo, mi ha interrotto così: “capta ferum victorem cepit et artes intulit agresti Latio” (La Grecia sconfitta, conquistò il vincitore e portò le arti nel Lazio agreste). Una leziosa citazione oraziana, con la quale il mio vecchio compagno intendeva sottolineare che, pur sconfitta, a ben guardare la banda dei Cosimi avrebbe comunque vinto la sua battaglia mediatica e culturale contro le centrali del potere costituito; perché sarebbe riuscita ad influire in profondità sulle politiche vitivinicole trentine e ad incidere sulle decisioni del potere, perfino a fare opinione…. et artes intulit agresti Trentino. Naturalmente sappiamo tutti, ed io per primo, che questo non è vero. Però, però, devo dire che questa interpretazione, soprattutto perché figliata da una delle persone che più di tutti ho stimato, e stimo, nella vita, mi ha fatto un enorme piacere. Perché ogni tanto è bello credere anche nelle favole. Soprattutto quando eccitano il nostro incontenibile narcisismo.
F.to
Cosimo Senior il Greco
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