Da sempre attento ai veri problemi della gente (come il superenalotto), è stato più volte ingiustamente oggetto di indagini per reati infami come peculato e corruzione, sicuramente frutto di un complotto ordito dalle lobby omosessioniste; la prima volta fu assolto, ma in compenso fu condannato il suo braccio destro, don Cesare Lodeserto, un vero perseguitato, che sarebbe ora in carcere se il misericordioso Ruppi non l'avesse spedito fidei donum (sticazzi che dono!) in Moldavia. Successivamente fu nuovamente indagato per tangenti insieme al suo grande amicone Raffaele Fitto, l'uomo per il quale il vescovo oliava gli ingranaggi e smuoveva pure le suore. Purtroppo non sapremo mai se era innocente o meno, di sicuro ora la cosa è di competenza del padreterno.
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