Cosmopolis

Creato il 26 maggio 2012 da Kelvin
(id.)
di David Cronenberg (Canada, 2012)
con Robert Pattinson, Paul Giamatti, Jay Bauchel, Samantha Morton, Juliette Binoche, Sarah Gadon
VOTO: ****
Non è una bella sensazione andare al cinema e trovarsi di fronte alla morte, è un po' come andare in macchina dritti contro un muro. Ecco, Cosmopolis è film che parla di morte, ne è impregnato fin dalle prime immagini, sembra quasi di sentire l'odore di un'umanità putrefatta, senza scampo: ci sono topi che sbattono contro le portiere, automobili che sembrano bare viaggianti, personaggi talmente dis-umani che paiono catapultati direttamente dall'inferno, quasi come dei moderni Caronte venuti a prendersi quello che resta del mondo. Cronenberg è tornato, e dopo l'algida parentesi veneziana di A dangerous method, stavolta fa sul serio. E gioca pesante.
La trama è talmente risibile che quasi non ha senso raccontarla. Un giovane e ricchissimo uomo d'affari è deciso ad attraversare tutta la città a bordo della sua limousine lunga dieci metri per andare a farsi tagliare i capelli dal suo barbiere di fiducia. Lo farà a costo di passare in auto un'intera giornata in una New York paralizzata dalla visita del Presidente e dalle rivolte sociali. Nella sua immensa auto che funge da alcova, il protagonista assiste alla disgregazione della società attraverso i vetri dei finestrini, facendovi salire a bordo tutti quelli che desidera incontrare e che possono trasmettergli un motivo per continuare a vivere.
Ma in realtà anche lui è già morto, esattamente come il mondo che c'è al di fuori della sua macchina. La fine dell'umanità arriva silenziosa, ovattata, attutita dai vetri antiproiettile che sfumano anche la bella colonna sonora di Howard Shore. Cerca disperatamente emozioni, stimoli,  ma tutto quello che riesce ad avere è sesso senza gioia, semplice esercizio fisico, e non servirà a niente nemmeno flagellare il suo corpo, perchè ormai è ridotto a un involucro vuoto, un simulacro di infelicità. E' un po' come Maria Antonietta, persona potente e terribilmente sola, il cui tormento personale interiore non le fa capire quello che sta accadendo 'fuori' dal suo palazzo dorato.
Il viaggio verso il negozio del barbiere è l'Odissea tragica di un Ulisse del nostro tempo. Il momento dell'incontro con l'anziano parrucchiere è l'unico spiraglio di umanità in un film disumano, che infatti dura pochissimo. Scappa, spaventato dal calore di una voce amica, forse accorgendosi che è troppo tardi per riprendersi la gioventù. Nel frattempo anche il suo impero economico si sta sfaldando, sotto i colpi dell'economia cinese e dalla rivoluzione del proletariato. E allora non resta che uscire dall'auto, nel pieno della bufera, andando incontro a colui che lo vuole uccidere, perchè tanto lo sa, non potrà succedergli più nulla. Non c'è più un futuro.
Cosmopolis è un film che è lo specchio fedele del caos e dello spaesamento della nostra generazione. E' tratto da un romanzo di Dom DeLillo, dal quale ne riprende fedelmente i verbosissimi dialoghi, spesso disconnessi dalle immagini e dalla storia. Ma è un film cronenberghiano fino al midollo, allucinante e allucinato, quasi 'definitivo', per nulla consolatorio. Faticosissimo da seguire, magnificamente fotografato, estenuante come la storia che racconta, difficilissimo da interpretare e raccontare, Cosmopolis vuole trasmetterci prima di tutto la paura di vivere in un mondo che non riusciamo più a capire. E ci riesce perfettamente.

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