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Costa Concordia, ancora dubbi e misteri – Rassegna Stampa D.B.Cruise Magazine

Creato il 25 settembre 2012 da Dreamblog @Dreamblog

Costa Concordia, ancora dubbi e misteri – Rassegna Stampa D.B.Cruise Magazine

Che ci fossero delle anomalie e comportamenti poco chiari circa le modalità di affidamento dell’appalto per il recupero del relitto della Costa Concordia, presso gli uffici del LOC di Londra, è stato ampiamente dimostrato.

Che si sia affidato un lavoro di questa portata ad un Consorzio praticamente inesistente, posto in essere da qualche occulto meccanismo dellapolitica è stato detto da diversi giornali e organi d’informazione. Che la “Nuova Micoperi Ravennate” potrebbe essere in realtà un’azienda avente ampi e dimostrati coinvolgimenti con questioni fallimentari è di pubblico dominio, attestato da un’ampia documentazione degli organi preposti, per legge, alla gestione delle aziende in amministrazione controllata.

Che ci fossero perplessità evidenti sulla bontà del progetto adottato, anche questo è stato rilevato e portato a conoscenza dei lettori. Abbiamo pubblicato pagine e pagine di interventi, relazioni, dossier, osservazioni precise e circostanziate. Niente di tutto questo ha mai portato gli organismi preposti ad approfondire ufficialmente i vari molteplici e complessi aspetti di questo recupero.

Stiamo proseguendo nell’inchiesta giornalistica per dimostrare che le azioni volte al recupero del relitto non sono affatto scevre da ombre che avvolgono l’azione stessa di recupero. E infine, ultimo ma non ultimo elemento, abbiamo “scovato” nei meandri del web numerose testimonianze che riguardano il principale contractor dell’appalto e cioè “Titan Salvage” che vanta, a detta dei più, un curriculum di recuperi senza precedenti ma anche un ampio repertorio di incidenti e disastri non da poco.

Si parla ad esempio, della ENSCO 64, piattaforma petrolifera affondata nel golfo del Messico a seguito dell’uragano Ivan nel 2004, oppure il contenzioso aperto con i committenti, mentre parti della piattaforma sono ancora in loco e la rimozione non è mai stata completata da Titan. E che dire del fallimento della m/n ”New Flame”, nave portarinfuse affondata a Gibilterra? Il prezzo iniziale per cui Titan è stata contattata per il recupero è stato di 38 milioni, divenuti poi 120 per lavori sottostimati e i tempi molto più lunghi del previsto.

Vi è poi il caso della “Vinca Gorthon” (Olanda) affondata nel Mare del Nord a largo di Egmond. Un marinaio muore colpito da una catena che si spezza sotto un carico eccessivo. Tempo previsto 12 mesi, tempo effettivo 24 mesi e quindi abbandono del progetto. Del relitto oggetto dell’appalto è stata tagliata solo la prua e il resto della nave non rimosso. L’amministrazione olandese oppone reclami eclatanti contro Titan, ma nulla è stato fatto.

La Capitaneria di Porto Olandese “Dutch Maritime Directorate” (RWS) ha dichiarato che Titan si è ritirata dal progetto. Nella primavera del 2012 volevano fare un secondo tentativo ma dopo poche settimane di lavoro, durante le attività di sollevamento, una delle catene si spezza e uccide un sommozzatore americano. Le ragioni per cui Titan abbia abbandonato il progetto sono ignote. Si suppone che i costi abbiano raggiunti limiti insopportabili e tali da causare un collasso finanziario alla società che era stata contrattata per circa 22 milioni di euro.

Da ricordare poi il caso della “Jolly Amaranto”, nave della Linea Messina affondata al largo di Alessandria d’Egitto. Il contratto per il recupero viene affidato a Titan. L’esecuzione dei lavori procede a rilento a causa dei numerosi collassi ed inconvenienti al bigo della gru. La demolizione procede e viene attuata solo per la parte inerente le zone di nave rimaste emerse. Le operazioni effettuate sotto il livello del mare sono disastrose e prendono molto più tempo di quanto preventivamente calcolato. I danni alle aree marine destinate alla pesca sono ingenti e causano vibrate e continue proteste dei pescatori per il grave ritardo e per aver perso intere stagioni di pesca.

E si continua poi con la nave “Rostock”, sul Danubio, nel 2005, il cui recupero è affidato a Titan Salvare & Multraship: durante le operazioni un sommozzatore muore nella sala macchine del relitto.
La nave nave “Cougar Ace” al largo della Nuova Scozia, nel 2006, il cui recupero è ancora affidato allaTitan, è sospeso per la morte di un architetto navale durante un’ispezione per procedere ail avori.

Dopo l’affondamento della draga “Thor-R” nel porto di Esbjerg, in Danimarca, nel 2004, la Titan Salvage ottiene l’appalto pe ril recupero ma durante le operazioni di recupero un sommozzatore resta ucciso.
Ci si interroga quindi su come una società con un curriculum di questo genere, non certo brillante per il rispetto nei tempi di esecuzione dei lavori, con un così alto numero di abbandoni dei progetti, e con una così elevata incidenza di vittime sul lavoro, possa essere scelta come società presente sul mercato del recupero per affidabilità esperienza e garanzia per la perfetta esecuzione dei lavori di un così delicato quanto complesso progetto di rimozione di Nave Concordia? Evidentemente la bontà di un progetto non passa più per la bontà di chi quel progetto lo deve eseguire. Ciò nonostante una commissione di ampia configurazione e competenza continua a sostenere che: i lavori procedono regolarmente secondo le tabelle di marcia (la messa in sicurezza doveva esse completata per fine agosto, siamo a fine settembre e non ci risulta si sia completato nulla); i tempi saranno leggermente più lunghi del previsto (si parlava di fine dicembre,siamo arrivati a fine maggio secondo le ultime stime, ma perfettamente in linea con lo stile ed il modo di fare della Titan appena dimostrato.

Nonostante la prima parte del progetto sia di la da venire, la commissione autorizza l’esecuzione della seconda fase (costruzione del falso fondale) prima ancora di vedere e capire in che modo e come si procederà per completare la prima a mala pena a metà strada. E infine, non vi sono ancora matematiche certezze sulla buona riuscita del piano nonostante le stravolgenti modifiche effettuate in corso d’opera su un progetto nato male inadatto e non rispettoso di nulla.

Fonte: OggiNotizie.it


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