A causa della crisi a seguito della caduta dei regimi in Tunisia, Egitto e Libia, senza contare tutte le altre sollevazioni di popolo nei paesi islamici hanno costretto la Costa a modificare 150 itinerari, "senza contare che delle due navi che si trovavano ora nel Mar Rosso - spiega ancora Pierluigi Foschi - abbiamo dovuto richiamarne una e l'altra viaggia con dei tassi d'occupazione gravemente insufficienti. Inoltre non andiamo più in Egitto, nè in Tunisia, ma anche il Marocco è a rischio e perfino con Israele ci sono dei problemi perchè i turisti sentono pericolo nell'aria e non si fidano".
In poche parole la cara Costa Crociere si trova in un momento molto, ma molto difficile.
Se per il futuro l'ottimismo c'è, per i dipendenti la situazione è sicuramente pesante "Abbiamo alcuni dipendenti - spiega Foschi - che lavorano letteralmente 24 ore su 24 per gestire le prenotazioni del passato, purtroppo, anzichè lavorare per quelle future".